Rallenta la produzione delle lavatrici, cinque giorni di cassa integrazione a febbraio ma investimenti confermati alla Whirlpool

Rallenta la produzione delle lavatrici, cinque giorni di cassa integrazione a febbraio ma investimenti confermati alla Whirlpool. L'incontro fra i sindacati e la proprietà della Whirlpool
 ASCOLI - Rallenta la produzione degli elettrodomestici sui mercati europei. Nello stabilimento Whirlpool di Comunanza per questo mese sono previste 5 giornate di cassa...

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 ASCOLI - Rallenta la produzione degli elettrodomestici sui mercati europei. Nello stabilimento Whirlpool di Comunanza per questo mese sono previste 5 giornate di cassa integrazione più altre due potenziali. Anche a marzo sono previsti anche se non ancora definiti, gli ammortizzatori sociali. Dunque frenata dopo il pieno ritmo produttivo che si era registrato negli ultimi mesi. 

 


Il confronto 


Intanto ieri mattina, in un hotel romano, si è tenuto il primo confronto diretto tra sindacati e Whirlpool, dopo la vendita di quest’ultima degli asset europei al gruppo turco di Arcelik, con la creazione di una società compartecipata al 75% dei turchi e al 25% dalla Whirlpool. Incontro che ha visto da una parte i rappresentanti del coordinamento sindacale nazionale accompagnati da quelli provinciali e delle Rsu degli stabilimenti italiani e dall’altra alcuni manager dei vertici Emea della multinazionale americana. Per lo stabilimento di Villa Pera, come per gli altri italiani, l’azienda ha confermato tutti gli investimenti già annunciati per il 2023, visto che sarà ancora Whirlpool a gestire i siti per quasi l’intero anno, considerando le complesse fasi di passaggio ai nuovi assetti societari. Intanto per tutti gli stabilimenti è stata accolta la richiesta dei sindacati di erogare 300 euro di flexible benefit: entro marzo saranno 200 euro in buoni benzina, più ulteriori 100 euro accreditati sul conto welfare e spendibili in altra forma. Per il sito di Villa Pera il programma prevede una produzione di 100mila pezzi in più rispetto al 2022, passando dai 600mila ai circa 710mila, con un aumento del 15%. Previsti anche investimenti di circa 9 milioni di euro e una consistenza occupazionale costante. Le circa 350 persone occupate, anche per il 2023, dovrebbero rimanere le stesse. Nessun particolare è emerso sugli sviluppi futuri in generale di questa operazione di vendita-compartecipazione come chiesto dai sindacati. 


Il piano industriale


L’azienda ha specificato che non sarà possibile la costituzione del nuovo soggetto, né quindi alcun contatto con esso o alcuna discussione sul futuro piano industriale, prima del pronunciamento dell’Antitrust. Dal canto loro i sindacati chiederanno al governo che «la discussione sul futuro del gruppo avvenga in un tavolo istituzionale convocato dal ministero, per garantire la sicurezza e la protezione di questa importante realtà industriale. Rimarcano che un dialogo proficuo sarà condizionato al mantenimento dell’occupazione». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico