Evacuata la chiesa di S. Giacomo apostolo, iniziano i lavori per la messa in sicurezza post-sisma

Le lesioni a San Giacomo Apostolo ad Ascoli Piceno
ASCOLI - C’è un’ordinanza dell’Arengo che ora dispone l’evacuazione e l’inibizione dell’utilizzo della chiesa di San Giacomo apostolo,...

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ASCOLI - C’è un’ordinanza dell’Arengo che ora dispone l’evacuazione e l’inibizione dell’utilizzo della chiesa di San Giacomo apostolo, in largo della Fortuna, nella zona tra corso di Sotto e via dei Soderini.

 
Il provvedimento è dettato dal fatto che adesso si dovranno effettuare i lavori all’interno della chiesa per ripristinare le condizioni di sicurezza. Una decisione che arriva alla luce della nota dello scorso 18 marzo inviata all’Arengo dall’Ufficio ricostruzione post sisma della Diocesi di Ascoli nella quale si fa riferimento alle schede predisposte dal Mibact per gli interventi da effettuare nell’edificio sacro in questione. E nella comunicazione si chiedeva, quindi, esplicitamente l’emissione di una ordinanza di inagibilità.


Tra l’altro, proprio l’Ufficio ricostruzione della Diocesi ha evidenziato «la presenza di lesioni pregresse in corrispondenza dei tre arconi nell’aula aggravate dal sisma, con possibile meccanismo di arco a tre cerniere (situazione che causa l’inagibilità). Lesioni preesistenti e aggravate anche nelle pareti laterali e parte absidale (arco e porzione muratura superiore)».

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 Nella prima fase, subito dopo il terremoto, a seguito del sopralluogo effettuato si era deciso di procedere con l’inserimento di tiranti e la cerchiatura di archi trasversali della navata e anche con la cerchiatura della parte sommitale della torre campanaria, con puntellamento delle aperture e il consolidamento dei timpani delle facciate per rimuovere lo stato di pregiudizio alla pubblica incolumità degli spazi circostanti l’edificio. 


Adesso, invece, si dovrà procedere con gli interventi all’interno della chiesa per recuperare le condizioni di sicurezza anche per poi consentire il ritorno alla fruizione dell’edificio. Dalla chiesa erano state trasferite, per preservarle, anche alcune opere d’arte come tele e altre suppellettili.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico