Ascoli. matrimoni in fumo ​Crescono le separazioni

Ascoli. matrimoni in fumo ​Crescono le separazioni
ASCOLI - ​Al tribunale di Ascoli sono è in aumento il numero delle separazioni. Nel 2012 le richieste sono state 399; nel...

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ASCOLI - ​Al tribunale di Ascoli sono è in aumento il numero delle separazioni.




Nel 2012 le richieste sono state 399; nel 2013 sono state 413 e 423 nell’anno appena concluso. Il dato positivo, comunque, riguarda la definizione dell'iter giudiziale: nel 2014, sono stati portati a conclusione 497 procedimenti, ben 77 in più di quanti presentati nel 2014 che erano 423. Tale differenza è servita a smaltire l'arretrato.



Quindi l'anno 2014 risulta completamente azzerato ed il trend proseguirà con lo stesso ritmo anche per il corrente anno. "Abbiamo dato più ritmo al nostro lavoro - commenta il presidente del tribunale, Frulvio Uccella - per cui conseguentemente si sono dimezzati i tempi. Una separazione consensuale con figli minori richiede poco meno di 40 giorni. Solo nel 5% dei casi i coniugi chiedono di riprendere la loro vita coniugale. La spinta maggiore viene dalla presenza di figli minori che altrimenti risulterebbero i più penalizzati. Le separazioni più burrascose coinvolgono coppie che economicamente vivono una situazione molto agiata. Si rinfacciano il possesso delle cose e dei soldi. Ognuno vorrebbe una spartizione più conveniente per se stesso ma puntualmente tra i coniugi si crea una frattura insanabile. Molto delicate le rotture delle convivenze di fatto, specialmente quando di mezzo ci sono uno o più figli in tenera età. Noi giudici applichiamo gli stessi procedimenti della separazione: alimenti, affidamento dei figli e obblighi cui ognuno dei genitori dovrà attenersi. Di solito è la madre che si fa avanti per la tenuta dei figli. Ma negli ultimi tempi anche i padri sentono il peso della responsabilità in particolar modo se l'ex convivente è alle prese con problemi di natura psicologica. Può anche accadere che se si è al cospetto di una coppia di giovani, entrambi tossicodipendenti, si decida che i figli vengano assegnati ai nonni in modo che possano vivere una vita più serena. Ci sono poi le cosiddette "separazioni dei poveri". Quando subentrano problemi di natura economica, per esempio l'uomo che viene messo in cassa integrazione oppure perde addirittura il posto, la possibilità di far fronte al costo degli alimenti si azzera. Ecco che si chiede la modifica del provvedimento di separazione a causa della crisi economica. Se la donna riconosce l'impossibilità del marito a provvedere al suo mantenimento e a quello dei figli, in genere succede che la coppia rimarrà separata, ognuno dei coniugi va a vivere con i rispettivi genitori e si arriva ad un accordo pacifico per ciò che concerne la tenuta dei figli e naturalmente stabilire i giorni in cui il genitore potrà vederli". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico