Voglia di Parco marino, il Comune spinge forte: ecco la situazione e la contrarietà dei vongolari

Il vice sindaco Capriotti, Massimo Rossi e Alessandra Biocca
SAN BENEDETTO -  Ripartito il percorso del Parco Marino del Piceno che dovrà superare l’ostacolo degli operatori della pesca e in primis dei vongolari. Il...

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SAN BENEDETTO -  Ripartito il percorso del Parco Marino del Piceno che dovrà superare l’ostacolo degli operatori della pesca e in primis dei vongolari. Il Ministero dell’Ambiente ha ripreso in mano le carte, sta raccogliendo gli studi scientifici e ora a livello locale sarà un susseguirsi di incontri a cominciare dal convegno che si svolgerà giovedì prossimo alle 17.30 presso la sala Kursaal di Grottammare. 

 


La storia del Parco Marino del Piceno inizia nel 1990 con l’obiettivo di inserire la costa, compresa da Porto Sant’Elpidio ad Alba Adriatica, tra le aree protette. Da qui il riconoscimento di questa zona protetta da parte della legge 396 e l’inizio di un percorso che arrivò fino allo schema di decreto per poi trovare il muro dei vongolari che avrebbero visto ridotta la loro attività. Ora il percorso è ripartito con la partecipazione di ben 7 Comuni quali San Benedetto, Grottammare, Campofilone, Altidona, Cupra, Massignano e Pedaso, oltre al mondo alberghiero e associazionistico.

«A giugno c’è stata l’adesione delle amministrazioni comunali – afferma Massimo Rossi portavoce del Parco Marino – c’è stato fin da subito un grande entusiasmo attorno a questo progetto, l’ex sindaco Pasqualino Piunti ha avuto qualche perplessità ma alla fine ha firmato e ora con l’attuale giunta abbiamo trovato terreno fertile. È un’operazione che dobbiamo fare per i nostri figli ». 


E se anche questa volta i vongolari metteranno i bastoni tra le ruote? Rossi puntualizza che il tratto interessato dalla pesca di vongole è solo 6 chilometri sui 26 complessivi e già il Tar del Lazio si è espresso su un ricorso, sempre di vongolari di un’altra zona, dando torto a questi operatori che sono stati chiamati anche a sostenere le spese del processo. Attualmente l’Adriatico è il mare che presenta meno aree protette, solo il 5%. Da qui la necessità di un intervento su questa zona, e soprattutto nell’area del Piceno dove insistono due parchi naturali e una riserva protetta come la Sentina.

Ma quali specie si andranno a proteggere in un mare “chiuso” come l’Adriatico? In questo specchio di acqua si riproducono delfini, tartarughe marine e squali bianchi solo per accennare ad alcune specie. A rappresentare il Comune di Grottammare c’era il vice sindaco Alessandra Biocca. Sul fronte sambenedettese il vice sindaco e assessore all’ambiente Tonino Capriotti che sarà affiancato dal consigliere Sabrina Merli: «Idea contagiosa, il progetto serve al nostro ambiente e a difendere la nostra pesca».

 

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Corriere Adriatico