San Benedetto, truffatori gourmet rubano l'identità a una bottega

Una bottega gourmet
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SAN BENEDETTO - Ordinano 15.000 euro di olio ad un’azienda italiana famosa in tutto il mondo a nome di una nota bottega sambenedettese. Ma era un imbroglio. Vittima del raggiro, immediatamente segnalato ai carabinieri di San Benedetto, uno dei negozi più forniti della città, che fa della qualità il proprio marchio distintivo. 

Tutto è nato a qualche mese fa quando il titolare della bottega sambenedettese è stato contattato da un uomo che chiedeva un preventivo - ben 7300 euro - per una serie di cesti pasquali. Un rapido scambio di email, con i dati della banca dove accreditare l’importo e, ovviamente la partita Iva. Poi più nulla. L’acquirente sembrava essersi volatilizzato.
Nei giorni scorsi il titolare della bottega è stato contattato prima dalla azienda italiana di olio, con sede a Roma, poi da un salumificio artigianale di Mantova ai quali erano arrivati due distinti ordini di acquisto per migliaia di euro. Per fortuna entrambi avevano capito che qualcosa non andava e che dietro potesse celarsi una truffa. Così entrambi hanno contattato direttamente il titolare del negozio sambenedettese per confermare l’invio.

«Ho immediatamente sporto denuncia - spiega il titolare del negozio sambenedettese - perché le aziende mi conoscono, conoscono la nostra serietà e soprattutto sapevano che chi stava firmando qui non esiste. Li hanno infatti firmati a nome di un sedicente Simone utilizzando il nostro cognome ma qui non c’è nessuno che si chiama così. Per altro il rappresentante che è venuto qui mi ha anche consegnato tutte le bozze degli ordini che erano stati inoltrati in nostro nome ma loro si erano guardati bene dal consegnare la merce prima appunto di avere da me il via libera. Siamo molto preoccupati per il fatto che sia stato possibile rubarci l’identità in questo modo e ovviamente ci auguriamo che nessuno sia incappato in questa truffa nella quale ci siamo ritrovati nostro malgrado. Siamo un negozio serio, serviamo la nostra clientela dagli Anni Settanta e anche prima. E’ davvero brutto per un commerciante che ogni giorno fa del suo meglio essere vittima di questi malfattori». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico