San Benedetto, la tartaruga Dina non mangia più, è stata trasferita

Il trasferimento della tartaruga Dina
SAN BENEDETTO - Protezione civile, esperti dell’Unicam e addetti della Riserva Sentina: si mobilita una task-force per aiutare la tartaruga Dina. Si tratta di un esemplare...

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SAN BENEDETTO - Protezione civile, esperti dell’Unicam e addetti della Riserva Sentina: si mobilita una task-force per aiutare la tartaruga Dina. Si tratta di un esemplare di "Caretta Caretta" di oltre 40 chili, rimasta impigliata in una rete da pesca circa due mesi fa. «Da allora Dina era curata nel nostro centro di recupero - afferma Giuseppe Marcucci della Riserva Sentina - si stava riprendendo bene ma poi, da due settimane a questa parte, ha smesso di nutrirsi. Così abbiamo provveduto a portarla nel polo specializzato della Fondazione Cetacea di Riccione, dove potrà ricevere cure ancor più approfondite». Per il trasporto si è mosso un piccolo esercito: «Questo tipo di animale - spiega ancora Marcucci - è tutelato dalla "Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione" e, in quanto tale, non può viaggiare su mezzi privati. Per simili operazioni in genere chiediamo il supporto del Corpo Forestale o della Protezione civile. In questo caso è stata quest’ultima ad aiutarci». Dina doveva essere rimessa in liberà il 10 luglio, nell’ambito di una giornata di sensibilizzazione promossa dalla Riserva. «Speriamo che per quel giorno si sia ristabilita - chiude Marcucci -. Se, invece, fosse ancora convalescente, la Fondazione Cetacea ci darà comunque un altro esemplare da liberare, in modo tale da non dover annullare la nostra bella iniziativa, apprezzata soprattutto dai bambini».
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Corriere Adriatico