Fermo pesca, si rischia il raddoppio: stangata di altri 21 giorni. Ripercussioni pesanti

Le barche
SAN BENEDETTO - Ancora un fermo biologico. Se lo scorso anno qualcuno sperava che sarebbe stato l’ultimo caratterizzato da uno stop alle attività di pesca ha dovuto...

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SAN BENEDETTO - Ancora un fermo biologico. Se lo scorso anno qualcuno sperava che sarebbe stato l’ultimo caratterizzato da uno stop alle attività di pesca ha dovuto ricredersi dal momento che nei giorni scorsi è stato varato il provvedimento che regola il fermo pesca anche per il 2021 e che vede le barche del porto di San Benedetto costrette a fermarsi nello stesso periodo dello scorso anno, vale a dire tra la seconda metà di agosto e la prima del mese di settembre. Ma a preoccupare c’è un altro aspetto.

 

Si passa da 30 giorni di fermo pesca biologico, generalmente nel periodo tra agosto e settembre, ad un ulteriore periodo di fermo di 21 giorni, per barche di lunghezza fuori tutto (Lft) inferiori a 24 metri, di 30 giorni per le imbarcazioni comprese tra i 12 e 24 metri  a 39 giorni per le barche di lunghezza superiori a 24 metri. Tali giornate dovranno essere effettuate entro la fine dell’anno a scelta dell’armatore. «Questa decisione - spiegano gli operatori - serve solo a danneggiare un settore già in crisi da anni e oggi messo alla dura prova dalla grave emergenza sociale ed economica causata dalla pandemia che incombe da circa un anno».  

Le conseguenze di questa decisione, da parte della Direzione Generale Pesca,  di raddoppiare le giornate di fermo biologico,  mette a rischio la sostenibilità delle imprese con inevitabili ripercussioni sul fronte occupazionale.  Questo accanimento porta ad un’ulteriore diminuzione di fatturato per le imprese, già in difficoltà, e una ripercussione sulla forza lavoro inevitabile perché se le aziende non riescono a mantenersi, non si potrà salvaguardare il livello occupazionale. Non si parla solo di pescatori imbarcati ma di tutto l’indotto; si assisterà ad un progressivo declino del settore, che dura da anni. È intervenuto anche l’assessore alla pesca Filippo Olivieri che ha ribadito la «necessità di rispettare le esigenze dei marinai degli armatori riuscendo a fare attenzione affinché non venga alterata la bio massa del mare e i fondali».
 

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Corriere Adriatico