SAN BENEDETTO - Sviluppare una rete civica d’informazioni e segnalazioni in tempo reale, utili a fronteggiare furti e microcriminalità. Ecco la strategia di...
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In poche settimane di vita, Occhio Amico ha già raggiunto 100 tesserati e i numeri sono in crescita: indice di quanto il problema sia sentito tra la gente. Grazie ai social-network (Facebook e WhatsApp) l’associazione sta fungendo da collettore di tanti privati cittadini che intendono coprirsi le spalle a vicenda. Qualche esempio? “Oltre a segnalazioni di presenze sospette, che provvediamo a filtrare e girare alle forze dell’ordine - precisa Antonio Core - possiamo fare molto contro lo spaccio di soldi falsi. Basta che un commerciante finisca vittima di certi traffici e, tramite i nostri canali, molti altri negozianti ne sono subito al corrente, così possono fare più attenzione”.
Poi, certo, Occhio Amico intende anche pungolare le autorità pubbliche - amministrazione comunale in primis - affinché facciamo maggiori sforzi. A tal proposito, durante l’assemblea sono state contestate le statistiche sui crimini elaborate dalla Prefettura, giudicate poco aderenti alla realtà.
Sul banco degli imputati è finito anche il Comune, accusato di scarsi investimenti sul fronte-sicurezza.
Nel corso della riunione sono emerse storie personali segnate dalla paura. Un residente di Porto d’Ascoli, per sentirsi più sicuro, dorme con un’accetta sul comodino. Molte persone, soprattutto anziane e sole, quasi non escono più di casa per il timore di lasciare campo libero ai ladri. All’incontro hanno partecipato alcuni presidenti di quartiere: Sanguigni del Ponterotto, Perozzi (Mare) e Procacci di Ragnola. Quest’ultimo ha suggerito di organizzare un summit con le forze dell’ordine per delineare una strategia comune. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico