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SAN BENEDETTO - Il blitz a Roma delle marineria non ha portato a nulla. E la delegazione composta da circa 40 sambenedettesi è almeno riuscita ad evitare di finire coinvolta nei disordini che si sono tenuti, nel tardo pomeriggio di ieri, di fronte alla sede del Ministero delle Politiche Agricole dove nessun marittimo è riuscito a farsi ricevere.
Le intenzioni
Ad incontrare i vertici del ministero sono stati i rappresentanti della associazioni di categoria che hanno riportato, ai pescatori che attendevano fuori, in via Venti Settembre, l’ennesimo rifiuto: contro il caro gasolio non si può fare nulla. A quel punto sono iniziati disordini che hanno visto la polizia caricare gruppi di persone che stavano lanciando bombe carta.
L’appoggio
Intanto è arrivato l’appoggio del senatore Giorgio Fede allo scopero dei marittimi: «Le marinerie italiane - ha affermato - si sono fermate perché l’aumento dei costi del carburante generato da guerra e speculazioni internazionali penalizzano migliaia di famiglie e colpisce commercio e ristorazione. Dobbiamo lavorare per cercare la soluzione e consentire che i costi siano sostenibili dalle imprese. Non ho mai voluto far mancare appoggio e sostegno al mio territorio men che meno in questa circostanza ed era doveroso essere presenti ed ascoltare in prima persone i problemi delle marinerie. La pesca per il territorio marchigiano è un comparto fondamentale che interessa tutta la costa e le principali marinerie: Ancona, Civitanova, San Benedetto, Fano, Porto San Giorgio, Senigallia».
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Corriere Adriatico