Medicina d'urgenza a rischio di chiusura, interviene la Regione. No alle cooperative, sì alla riorganizzazione

L'ospedale Madonna del Soccorso
SAN BENEDETTO - «Massimo una settimana e riusciremo a sventare la chiusura della Medicina d’urgenza». A parlare in questi termini è l’assessore...

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SAN BENEDETTO - «Massimo una settimana e riusciremo a sventare la chiusura della Medicina d’urgenza». A parlare in questi termini è l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini in merito alla chiusura notturna in programma a partire da lunedì della Murg a causa della carenza di medici. Tema su cui interviene alche l‘Ugl regionale sottolineando i turni massacranti a cui sarebbero sottoposti oggi i medici dell’emergenza. 

 

 


L’assessore Saltamartini boccia la soluzione di attingere dalle cooperative per risolvere il problema della chiusura notturna della Murg. «Soffriamo a livello regionale- spiega l’assessore alla sanità – la carenza del personale medico da qui la necessità di riorganizzare tutto il sistema. Ma posso dire che già dalla prossima settimana potremmo superare questa criticità della Murg sambenedettese. Il problema è che mancano i medici almeno cento per la Medicina e 60 destinati al 118». Intanto in questi giorni si stanno susseguendo riunioni con i medici del reparto Emergenza, c’è grande tensione dopo la notizia della chiusura notturna della Murg e si ventila anche l’ipotesi che quest’ultimo reparto possa passare sotto l’ala della Medicina. La speranza è nei concorsi ma gli ultimi bandi sono andati tutti deserti, non solo per carenza di specializzati ma anche per un nosocomio che non attrae più. L’Ugl Sulla vicenda Murg interviene anche l’Ugl salute, ritenendo la situazione molto grave. «Come purtroppo accade troppo spesso in Italia – dichiara Benito Rossi, segretario provinciale della Ugl – le problematiche non vengono prevenute ma affrontate quando ormai risulta estremamente complicato porvi rimedio. Difatti la carenza degli organici è ormai cronica. La paventata chiusura della Medicina d’urgenza, un reparto essenziale, sarebbe gravissima e produrrebbe una ripercussione negativa sull’intero territorio. I medici ed infermieri attualmente impegnati in entrambe le unità sono sottoposti a turni massacranti che mettono a rischio la qualità delle prestazioni e la salute degli stessi operatori sanitari. La possibilità di provare a tappare la falla con il ricorso ad esternalizzazioni non è percorribile. È quindi arrivato il momento che la Regione intervenga e solleciti Asur5 a formulare a intervenire concretamente in tempi rapidi per consentire alla medicina d’urgenza del Madonna del Soccorso di proseguire la propria attività al servizio dei cittadini». 



E sempre l’assessore regionale Saltamartini torna a parlare dell’ospedale nuovo a San Benedetto dopo che sono stati realizzati nuovi nosocomi in Ancona con l’Inrca e a Fermo, finanziati quelli di Pesaro e Macerata ora toccherebbe alla Riviera. In che modo? «Quella sarà una scelta tecnica – risponde Saltamartini – senza creare confitti e polemiche si procederà alla realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero oppure alla ristrutturazione dell’esistente. E voglio sottolineare che sarà un ospedale di primo livello come è oggi il Madonna del Soccorso con ben 14 specialistiche. Abbiamo sgomberato il campo dall’ospedale unico ed è stata la scelta più giusta supportata anche dall’esperienza del Covid che nel caso di un unico presidio per Ascoli e San Benedetto sarebbe risultato deleterio». Al riguardo si attende anche una nuova riunione della conferenza dei sindaci che ormai non si riunisce da tempo, complice anche la pandemia.

 

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Corriere Adriatico