San Benedetto, le notti da brividi Trovati in centro resti di riti voodoo

I riti voodoo in centro a San Benedetto
SAN BENEDETTO - Ieri mattina, in centro a San Benedetto, sono nuovamente comparsi dei resti di riti voodoo. Questa volta alcuni cittadini hanno ritrovato quello che somigliava ad...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
49,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
4,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
99,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
SAN BENEDETTO - Ieri mattina, in centro a San Benedetto, sono nuovamente comparsi dei resti di riti voodoo. Questa volta alcuni cittadini hanno ritrovato quello che somigliava ad un minuscolo altarino per celebrare qualche rito sotto il salice che si trova in piazza Matteotti, nei pressi del monumento di bronzo realizzato da Paolo Annibali. Tra le fronde della pianta sono infatti state trovate ciotoline con alcune polverine e immagini simboliche che hanno fatto subito pensare a qualche rito esoterico se non addirittura voodoo. Sono stati chiamati gli agenti della polizia locale e dalla centrale è subito partita una pattuglia che ha provveduto alla rimozione di quel materiale.


È la seconda volta nell’arco di un mese e mezzo che avviene un ritrovamento del genere. Il 5 agosto, all’angolo tra via Roma e via Palestro erano infatti stati ritrovati un telo nero con una specie di sigillo disegnato, dal quale spiccavano quattro forconi. E ancora: una bottiglia di rum bianco, un sigaro, dei fiammiferi, soldi spicci, cenere, una candela, dell’olio rituale, un contenitore di alluminio con probabili residui alimentari. Sul contenitore dell’olio campeggiava l’immagine di una sorta di demonio armato di ascia, non certo rassicurante e probabile indicatore della natura del rito.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico