Ripescata la barca affondata nel porto: ora si indaga sulle cause dell'incidente

San Benedetto, ripescata la barca affondata nel porto: ora si indaga sulle cause dell'incidente
SAN BENEDETTO - Sono terminate nel tardo pomeriggio le operazioni di recupero della “William il Grande” l’imbarcazione affondata mentre era ormeggiata sulla banchina del...

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SAN BENEDETTO - Sono terminate nel tardo pomeriggio le operazioni di recupero della “William il Grande” l’imbarcazione affondata mentre era ormeggiata sulla banchina del porto di San Benedetto. Oggi saranno effettuate le ispezioni necessarie a capire cosa abbia provocato l’incidente anche se, da quanto osservato da pompieri e sommozzatori, sembrerebbe che a monte dell’affondamento possa esserci un tubo che ha traghettato l’acqua del porto all’interno dell'imbarcazione.


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Come avevano anticipato dal comando della capitaneria di porto, sono stati i vigili del fuoco ad occuparsi delle operazioni di rimozione dello scafo con una gru arrivata dal comando provinciale di Teramo.
 
E sempre da Teramo sono giunti i sommozzatori dei pompieri che hanno potuto contare sul supporto dei loro colleghi del distaccamento di San Benedetto dando vita ad una operazione coordinata dal funzionario Vincenzo Vannarelli e con la supervisione della guardia costiera. Le operazioni sono iniziate intorno alle 10 quando la gru arrivata dall’Abruzzo si è posizionata in banchina e sono cominciate le attività per l’imbragatura dello scafo. Operazioni lunghe che sono durate praticamente tutta la mattinata prima che venissero avviati i motori per dare la spinta necessario al sollevamento della barca. Sono state necessarie quasi tre ore per raddrizzare lo scafo in sicurezza dal momento che man mano che la barca veniva sollevata avvenivano i controlli sia da mare che da terra sul corretto posizionamento delle cinghie. E’ stato anche necessario vuotare lo scafo con delle pompe idrovore che hanno buttato fuori ettolitri d’acqua mentre alcuni volontari, con panni e appositi dispositivi hanno lavorato ore per assorbire il gasolio finito nel mare. 
Lo scavo

Un lavoro di squadra terminato con la barca che è stata traghettata, da un altro natante, fino a terra. Ora si trova all’interno dei cantieri Piergallini dove nella giornata di oggi sarà ispezionata da esperti e militari della capitaneria. Da quanto osservato durante le operazioni di ieri, sembrerebbe che a provocare l’affondamento sia stata l’acqua di mare finita in un tubo le cui estremità erano una nell’acqua e l’altro sul ponte. Il tubo ha iniziato a caricare acqua fino a quando l’imbarcazione non si è rovesciata.
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Corriere Adriatico