San Benedetto, abitazioni del centro ricorso al presidente della Repubblica

San Benedetto, abitazioni del centro ricorso al presidente della Repubblica
SAN BENEDETTO - Un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Lo hanno inoltrato alcuni proprietari delle abitazioni del centro. Non possono ristrutturare le proprie...

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SAN BENEDETTO - Un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Lo hanno inoltrato alcuni proprietari delle abitazioni del centro. Non possono ristrutturare le proprie case - alcune cadenti - per via del vincolo posto dalla Soprintendenza a tutti quei vecchi palazzi che ancora insistono nel quadrilatero più antico della città. Sono 37 i destinatari del provvedimento dalle Belle Arti ai quali è stato intimato di non toccare neppure una pietra di quelle che, una volta, erano le modeste dimore dei pescatori e che hanno “perso il treno” rispetto a tutti gli altri i quali già da tempo hanno abbattuto e ricostruito con criteri moderni interi stabili. Chi non l’ha fatto ora si trova nei guai si è rivolto a due avvocati, Massimo Ortenzi e Giovanna Pallottini. I legali hanno optato per l’appello a Mattarella che poi, nei fatti, si tradurrà in un pronunciamento del Consiglio di Stato.

L’istruttoria ministeriale, infatti, può entrare nel merito. Ciò che si fa notare al presidente della Repubblica - e dunque agli uffici che lo rappresentano - è l’illogicità del provvedimento che arriva quando oramai non c’è più nulla da tutelare. Da un lato, infatti, oramai quasi tutto il centro, tranne queste ultime abitazioni, è stato ristrutturato e quindi, se si voleva pensare a un recupero dell’antico ci si doveva pensare 20 anni fa quando tutto il centro poteva essere salvato, sia si introducono elementi di sicurezza pubblica.

Esiste anche un’ordinanza per alcune di queste, di messa in sicurezza da parte del sindaco e dei suoi uffici proprio perché pericolose ma visto che non si possono toccare - e che qualunque intervento all’interno metterebbe in pericolo gli operai a causa dei ripetuti crolli - gli stessi proprietari sarebbero costretti a pagare per i prossimi anni, fino al disfacimento completo, l’occupazione di suolo pubblico, 500-600 euro al mese, per gli spazi delle transenne. Senza contare che questa case fatiscenti cozzano con il decoro di una città turistica. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico