Incursione hacker con video hard e bestemmie. Riunione online choc tra insegnanti, genitori e alunni

Incursione hacker choc durante la riunione online tra genitori e prof
SAN BENEDETTO - Se è stato uno scherzo è stato di pessimo gusto e soprattutto chi l’ha messo in atto forse non si rende conto della gravità. Però...

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SAN BENEDETTO - Se è stato uno scherzo è stato di pessimo gusto e soprattutto chi l’ha messo in atto forse non si rende conto della gravità. Però è accaduto: durante una riunione di orientamento relativa al progetto Por (Pensa, sperimenta, orienta) alla quale partecipavano l’istituto Fazzini Mercantini e il liceo scientifico Rosetti, è scattato un gravissimo attacco hacker. Le conseguenze sono state devastanti: una settantina di persone, tra docenti, alunni e genitori hanno prima iniziato a sentire parolacce per poi, in un crescendo, anche bestemmie e, addirittura, è partita qualche scena di film hard

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Panico e imbarazzo, ovviamente, anche perché all’incontro non partecipavano soltanto gli adulti, comprese le presidi dei due istituti Sabrina Vallesi e Stefania Marini. Erano collegati on line anche i ragazzi insieme alle loro famiglie che si sono trovati nel bel mezzo di una situazione davvero difficile da gestire. A rendere più complicato tutto anche il fatto che nessuno riusciva a bloccare quanto stava avvenendo di fronte agli occhi attoniti dei professori e dei ragazzi. Insomma, non si riusciva neppure a stoppare il collegamento nonostante tutti provassero a eliminare la comunicazione. Una vicenda che avrà sicuramente conseguenze per chi ha messo in pratica questo attacco anche perché, ovviamente, ieri mattina «sono state allertate le forze dell’ordine e la Polizia postale». «Abbiamo informato le autorità competenti - dice la dirigente Vallesi - non c’è altro da aggiungere». Si cerca ora di risalire all’indirizzo dal quale è partito l’attacco. Si tratta infatti di una situazione che può accadere e che, purtroppo, sta accedendo sempre più spesso soprattutto nel mondo imprenditoriale. Attacchi spesso pianificati che necessitano di un sistema di protezione altamente sofisticato. E se questo può essere attuato da parte delle imprese - alle quali addirittura vengono chiesti riscatti per sbloccare i propri siti - molto più complessa è la protezione di collegamenti per i quali nessuno avrebbe mai immaginato una cosa simile. Senza scomodare la cyberwar, cioè la guerra informatica nei confronti delle istituzioni, ora sarà compito delle forze dell’ordine riuscire anche a capire chi possa essere stato a mettere in atto l’aggressione perché le modalità hanno proprio questa caratteristica. 

Un fenomeno in crescita quello degli attacchi alle scuole di questo tipo: in Europa sono cresciuti del 24% ed episodi simili si sono già verificati a Como e Macerata. Poi c’è stato quello di aprile ai cosiddetti registri elettronici che aveva lasciato senza i servizi del registro elettronico, e gli altri applicativi di segreteria, forniti dall’azienda Axios Italia, che copre il 40% degli istituti italiani. E appunto, in questo caso, si era trattato di un ransomware vale a dire un tipo di virus che limita l’accesso del dispositivo che infetta, richiedendo un riscatto da pagare. Non è ancora chiaro invece se l’attacco che hanno subito le due scuole della Riviera abbia ad esempio portato alla fuga di qualche dato coperto da privacy cosa che sarebbe ancora più grave. Le indagini sono in corso.

 

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Corriere Adriatico