San Benedetto, il Papa torna a parlare dei pescatori di San Benedetto e di quello che fanno per l'ambiente. «Bravi ragazzi»

San Benedetto, il Papa torna a parlare dei pescatori di San Benedetto e di quello che fanno per l'ambiente. «Bravi ragazzi»
SAN BENEDETTO - «Bravi ragazzi i pescatori. Sono venuti a trovarmi e a dirmi quante tonnellate di plastica prendono, non le rigettano in mare. Perdono soldi, ma lo fanno per...

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SAN BENEDETTO - «Bravi ragazzi i pescatori. Sono venuti a trovarmi e a dirmi quante tonnellate di plastica prendono, non le rigettano in mare. Perdono soldi, ma lo fanno per pulire il mare. A me piace parlare dei pescatori di San Benedetto del Tronto». Papa Francesco non dimentica la marineria sambenedettese che cita nel corso dell’intervista trasmessa in esclusiva al Tg1. Dal maggio 2019 la flotta riporta a riva, spazzando i fondali, decine di tonnellate di rifiuti. Attività che prosegue ancora oggi, grazie anche al supporto di Picenambiente

 

Il progetto “A pesca di plastica” poche settimane prima dell’incubo Covid, ha permesso ai marittimi accompagnati dal vescovo Bresciani, dall’allora sindaco Pasqualino Piunti e dal cappellano del porto don Giuseppe Giudici, di incontrare privatamente il sommo pontefice. «Fu una grande emozione - ricorda Piunti - il ringraziamento va alla nostra gente di mare perché i pescatori di San Benedetto hanno reso la nostra città un simbolo, un modello che il Papa cita spesso. Lo ha fatto all’Angelus, poi nuovamente da Fabio Fazio, infine l’altra sera con grande sorpresa il Pontefice ha ricordato ancora una volta l’impegno dei marittimi nella salvaguardia del mare. Sarebbe bello se ci onorasse di una sua visita».

Il sogno della marineria sambenedettese è quello di poter avere Papa Francesco a San Benedetto. «L’invito lo abbiamo rivolto al Santo Padre più volte con diverse lettere - dice don Giuseppe - ma ci rendiamo conto che lui ha già fatto tanto per la nostra città. Al Papa piace nominare i nostri pescatori - aggiunge - vuol dire che gli stiamo a cuore. Lo sforzo dei pescatori è quello di selezionare e raccogliere i rifiuti, a livello economico è la Picenambiente che si impegna a smaltire questo materiale che ringraziamo insieme alla Capitaneria di porto, l’amministrazione comunale e la Diocesi. Il Papa si ricorda di noi e questo non è scontato». 



I marittimi pescano ogni settimana una tonnellata e mezzo di rifiuti. Non solo plastica, anche vetro, legno e ferro. Il peso complessivo annuo si aggira sulle 65 tonnellate. A snocciolare i numeri è Picenambiente che gestisce lo smaltimento dei rifiuti pescati in mare. L’amministratore delegato Leonardo Collina spiega come funziona l’attività per questi particolari rifiuti: «Non c’è ancora un circuito nazionale, i rifiuti pertanto vengono smaltiti in discarica. In porto ci sono i cassonetti per conferire i rifiuti di equipaggio ed altri cassoni per le plastiche pescate in mare. Si tratta di rifiuti particolari per via dello stato in cui versano, infatti sono fangosi. Per questo sarebbe opportuno - continua Collina - favorire un circuito dedicato, una filiera nazionale per recuperare queste plastiche. Fortunatamente ci si sta muovendo grazie alla legge «salva mare». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico