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SAN BENEDETTO - Il Palariviera fa gola a tanti. Ben due le proposte di gestione della multisala cinematografica. Alla Mmr srl Cinema di Roma si è aggiunto l’Armenise Cinema di Bari. Offerte che fanno ben sperare anche se la Palacongressi srl a oggi registra il silenzio dell’amministrazione comunale nonostante la diffida legale.
I tempi non sono dei migliori per investire su un cinema. Si attendeva la riapertura delle sale per il 27 marzo ma ci sarebbe più di un punto interrogativo, visto l’andamento della pandemia, che porterà molto probabilmente a far slittare il giorno in cui verranno riaccese le luci in platea. Nonostante ciò diverse imprese in questi mesi si stanno interessando alla struttura di via Aldo Moro. Qualche settimana fa era pervenuta la proposta della Mmr srl di Roma mentre solo qualche giorno fa è stata la volta della società pugliese Armenise.
«Queste offerte ci fanno capire come la struttura sia molto apprezzata- spiega Fausto Calabresi della Palacongressi srl – lo stesso Uci Cinema la scorsa estate ci ha restituito le multisale nel migliore dei modi.
«Nessuno si è fatto vivo- spiega Calabresi – e questo ci sorprende non poco, almeno una telefonata. Tra l’altro con il sindaco Piunti ci si incontra anche per questioni legate alla città ma finora non è stata mai spesa una parola per la vicenda del Palariviera». Ad occuparsene è stato lo studio Orrick che aveva interessato della vicenda sia la Corte dei conti che l’Anac. Il tutto nasce a seguito della pandemia e della chiusura forzata a cui si è accompagnato anche l’addio da parte di Uci Cinema e quindi si sono spenti i riflettori anche della multisala. Vista la situazione emergenziale la Palacongressi srl ha chiesto al Comune di rivedere il piano economico finanziario al fine di stabilire un riequilibrio anche attraverso un canone che dovrebbe accollarsi l’amministrazione comunale.
Se non si arriverà a un accordo si potrebbe arrivare anche a un recesso dei gestori con addebito per il Comune fino a 3milioni di euro e in quel caso si potrebbe configurare un danno erariale. A supportare la posizione della Palacongressi anche l’Anac che ricorda come sulla base dell’articolo 165 degli appalti, il Comune sia chiamato a rivedere il Piano economico finanziario ovvero il contratto che lo lega alla società Palacongressi visto il periodo emergenziale. In caso contrario la società ha tutto il diritto a recedere dalla convenzione e di chiedere un danno per 3milioni di euro.
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Corriere Adriatico