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SAN BENDETTO - Per carenza di medici alla medicina di urgenza non si riesce a coprire i turni e si bussa agli altri reparti. La direzione ha deciso di attingere operatori dagli altri settori per sopperire alle mancanze dell’emergenza, da qui la denuncia che oggi arriva dal Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso. Intanto la Cgil lancia l’allarme sulla Radiologia che va avanti con strumentazioni obsolete dirottando gli utenti verso il privato.
Il Pronto soccorso da tempo vive una situazione di emergenza per il numero limitato di medici, basti pensare che fino a qualche anno fa erano 18 e oggi ne conta molti di meno. Situazione simile a quella vissuta dal Mazzoni di Ascoli dove i vertici hanno ideato un’Osservazione breve intensiva dove tenere in osservazione i malati e alleggerire l’emergenza.
«Ci chiediamo - dice il Comitato - per quale motivo il problema non possa essere risolto utilizzando il personale medico della Medicina d’urgenza, trasformando quest’ultima, temporaneamente, in osservazione breve prolungata. Poiché dicono che questa soluzione a San Benedetto non sia praticabile, dal momento che la nostra Medicina d’urgenza sembrerebbe intoccabile, invitiamo l’assessore alla sanità, il direttore generale Asur e il direttore sanitario a fare un salto nell’AV5 per tentare di risolvere con un po’ di buon senso questo gravissimo problema».
Non manca la denuncia della Cgil in merito alle continue manutenzioni a cui l’Area vasta farebbe ricorso per Tac e risonanze magnetiche. «A nostro avviso- afferma la Fp Cgil - non è più accettabile che si ricorra all’ennesimo intervento di manutenzione: è ormai necessario che si proceda, e con celerità, all’acquisto di una nuova strumentazione. E’ inammissibile per noi vedere le sale di attesa semi-deserte mentre il servizio Cup dirotta i cittadini verso le radiologie del privato convenzionato. Dopo tutte le segnalazioni fatte, anche inerenti ad altre problematiche, come quella dell’accorpamento dei reparti di chirurgia ed ortopedia, che mette in seria difficoltà gli operatori sanitari nel rispondere all’ingente richiesta proveniente dal territorio».
«Forse è arrivato il momento - chiude il sindacato - di rendere note alcune questioni alla cittadinanza in modo da dare il giusto stimolo all’Area vasta perché ponga in essere un’azione celere, puntuale ed efficiente». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico