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SAN BENEDETTO «La riorganizzazione del Pronto soccorso va ad aumentare il rischio clinico per i pazienti dell’emergenza». Quanto sostengono gli otto medici firmatari della lettera inviata alla direttrice Nicoletta Natalini e a tutto lo staff verticistico dell’Ast.
I firmatari
Otto firme in calce alla missiva che è una vera e propria bocciatura della riorganizzazione dell’emergenza attuata dalla Natalini. A firmare la lettera i dottori: Manuela Bizzarri, Giancarlo Concetti, Paolo Giorgini, Maria Laura Iachetti, Francesco Lattanzio, Jessica Orlandi, Giorgia Rubini e Mariangela Zotti. Ma in cosa consiste la revisione del reparto di Pronto soccorso? La trasformazione della Murg in “Admission discharge room” ovvero uno spazio dove collocare i pazienti in attesa di ricovero e i malati in dimissione per consentire un turn over più rapido, oltre a decongestionare gli spazi al Pronto soccorso.
«La Medicina d’urgenza- si legge nella missiva - gestisce malati a elevata complessità che necessitano di ventilazione e infusione di farmaci con elevato rischio di effetti collaterali, quindi vogliamo sapere dove verranno collocati. Chiediamo inoltre quale sarà la sistemazione dei pazienti positivi al Covid non essendoci state indicazioni sull’isolamento di questi casi».
Le criticità
«A seguire viene sottolineata l’assenza del medico di guardia notturna per la gestione dei pazienti ricoverati nell’osservazione breve, fattore che costituirebbe un elevato rischio clinico. Tanto che era stato istituito un servizio di guardia notturna volontaria dai colleghi degli altri reparti. Mentre nella nuova riorganizzazione c’è l’eliminazione del servizio di guardia e l’affidamento dei pazienti di notte ai medici in servizio al Pronto soccorso». Le criticità di fronte a tale riorganizzazione del reparto sarebbero diverse e sottolineate proprio da coloro che ogni giorno ci lavorano in prima fila. «Ribadiamo- concludono gli otto medici - la nostra contrarietà a una scelta di questo tipo visto l’elevato rischio di eventi clinici avversi. La stessa vicinanza della Murg al Pronto soccorso non andrebbe a diminuire il rischio clinico che è legato non alla distanza ma al fatto che si distoglie il medico dall’attività di pronto soccorso, così come non potrà seguire bene il paziente della Medicina d’urgenza se impegnato in urgenze del Pronto soccorso».
L’affondo
«Conosciamo le difficoltà legate alla carenza di medici dell’emergenza - chiosano i medici - ma la stessa chiusura della Murg non consentirebbe di recuperare personale medico, al contrario genererebbe una serie di criticità che andrebbero a gravare sulle poche unità mediche rimaste».
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