L’invasione delle meduse che si spiaggiano in Riviera. Ecco perché accade e se ci sono pericoli

La medusa spiaggiata
SAN BENEDETTO - Lo scorso weekend ne hanno trovate a centinaia, spiaggiate, lungo la battigia che va dall’Hotel Smeraldo fino alla Sentina. E anche chi ha fatto il bagno...

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SAN BENEDETTO - Lo scorso weekend ne hanno trovate a centinaia, spiaggiate, lungo la battigia che va dall’Hotel Smeraldo fino alla Sentina. E anche chi ha fatto il bagno dice di essersi imbattuto in questi animali marini che, solo a evocarli, fanno venire l’orticaria.

 


E invece le cosiddette noci di mare, dall’aspetto minaccioso ma per nulla pericolose, sono meduse un po’ speciali che hanno proprio la caratteristica di non avere i tentacoli e, quindi, non essere urticanti. Dunque nessun pericolo e nessun problema. «Non abbiamo ricevuto segnalazioni» conferma il comandante della Capitaneria di porto Marco Mancini. Già perché nessuno ha dovuto far ricorso alle cure dei medici. Ma la curiosità è stata tanta e ieri mattina, sui social, personalità competenti e semplici bagnanti hanno dato vita a un vivace dibattito sulla natura e i timori che queste meduse incutono. «C’è da stare tranquilli - spiega Cinzia Quagliarini dottore di ricerca in acquacultura -. Di ctenofori, conosciuti con il nome scientifico di Mnemiopsis Iedidyi, oramai è pieno di Mediterraneo. I biologi sono molto preoccupati perché si tratta di una specie infestante ma può rappresentare una grave minaccia per l’ecosistema, non per i bagnanti».

Arrivata alle nostre latitudini dall’Atlantico, nelle navi cisterna dei porta container, la noce di mare sarebbe in grado di devastare secoli di equilibri in pochi giorni. è una specie che si nutre di microrganismi come le larve e le uova dei piccoli pesci. Spazzola in una sola giornata sostanze nutritive di 100 litri d’acqua, consumando quantità di cibo anche quattro volte superiori al proprio peso. Insomma, una medusa bulimica che «da negli anni passati è stata avvistata a Trieste - aggiunge il professor Alberto Felici dell’Università di Camerino -. Anche nella zona di Senigallia e nel Pesarese l’anno scorso sono state segnalate queste meduse che comunque non hanno consgeuenze per quanto riguarda la convivenza con gli umani. Non danno fastidio né provocano i classici bruciori proprio perché non hanno i tentacoli. Piuttosto si tratta di specie che no appartengono al nostro mare quindi invito tutti a segnalarne la presenza affinché qui nei nostri laboratori della sede sambenedettese si possano studiare, alla seguente mail: risorsemarineecostiere@unicam.it». Si tratta, se ce ne fosse ulteriore bisogno, di una delle troppe conseguenze del cambiamento climatico. 


«In maniera ciclica - conclude il professor Felici - si vedono specie aumentare più di altre. Certo è che potrebbe dipendere dal surriscaldamento che è in atto da alcuni anni». Comunque tanti hanno apprezzato la pulizia delle acque del mare antistante San Benedetto in questo primo weekend di sole. 

 

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Corriere Adriatico