Cento mascherine in 2 ore. I giovani volontari raccolgono l'immondizia per strada

I giovani volontari in azione
SAN BENEDETTO -Centoundici a 1. Non è il risultato di una partita di rugby tra fenomeni e schiappe ma la quantità di mascherine abbandonate per strada che i giovani...

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SAN BENEDETTO -Centoundici a 1. Non è il risultato di una partita di rugby tra fenomeni e schiappe ma la quantità di mascherine abbandonate per strada che i giovani dell’associazione Questione Natura hanno raccolto rispettivamente a San Benedetto e Grottammare in sole due ore di passeggiata.


È forse la più eclatante delle iniziative realizzate dall’associazione di volontariato guidata da Roberto Cameli, leader di un gruppo che mette insieme ragazzi dai 16 ai 30 anni e solo qualche over. «Abbiamo deciso di raccogliere le mascherine - spiegano - non per cercare un colpevole ma perché questa attività rientra nei nostri obiettivi statutari. Ci siamo resi conto che questa attività ha avuto un ampio riscontro e un notevole apprezzamento ma non è l’unica della quale ci occupiamo. Pensiamo anche alla sporcizia lasciata dai padroni dei cani, delle sigarette abbandonate e stiamo realizzando alcuni cestini in legno il primo dei quali sarà posizionato a Monteprandone nella zona dell’ex lavatoio. E ancora facciamo campagne animaliste, vorremmo trasmettere l’amore per gli animali e di conseguenza promuovere un’alimentazione vegana». Tutto questo perché il gruppo, che conta una ventina di iscritti, non crede poi molto nella politica strutturata come è un po’ tipico della loro generazione. E per questo si dà da fare senza un partito di rifermento ma in maniera del tutto volontaria senza alcun scopo di lucro. «Vogliamo creare una rete - continua Cameli - perché i giovani hanno bisogno di uno spazio tutto nostro dove poterci riunire e incontrarci e capire oggi quali necessità ha oggi un ragazzo. Vorremmo raggiungere tutti i ragazzi dai 18 anni in su di tutta la Provincia e vorremmo dirgli «cosa vuoi fare da grande?». Se, ad esempio, c’è chi vuole fare il cantante avere la possibilità di mettere a sua disposizione uno studio discografico in maniera gratuita. Un centro dove si possano fare giochi da tavola, a carte, scambiare chiacchiere piuttosto che stare da soli dentro casa dietro a un cellulare. Insomma tutte queste realtà che o non ci sono proprio o funzionano male o sono sconosciute vogliamo chiedere uno spazio e cominciare ad essere attivi, a farci sentire a dire «ci siamo anche noi» e a chiedere quello di cui abbiamo bisogno in modo pacifico».

Oltre a Cameli il direttivo è formato dal vicepresidente Tiziano Lovisolo e Venanzio Cameli tesoriere; soci fondatori Roberta Mariani, Assunta Gentili, Francesca Coccia e Bianca Delsia Lovisolo oltre ad almeno un’altra ventina di persone che sostengono le iniziative e una quarantina che partecipano agli eventi e alle campagne ambientaliste e sociali. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico