Mamme ribelli lasciano i figli a casa, l'Ufficio scolastico: «Gli insegnanti non devono fare i tamponi, lo dice il protocollo»

La scuola "Cappella" di San Benedetto
SAN BENEDETTO - «Il tampone dei professori non è un automatismo nelle scuole secondarie». Lo afferma il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Ugo...

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SAN BENEDETTO - «Il tampone dei professori non è un automatismo nelle scuole secondarie». Lo afferma il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Ugo Filisetti, relativamente alla situazione all’interno della scuola “Cappella” di Porto d’Ascoli dove i genitori hanno scelto di non far tornare in classe gli alunni. 

 
Mercoledì i ragazzi sarebbero dovuti tornare in classe dopo un periodo di quarantena ma i familiari degli alunni hanno espresso parecchie perplessità sul modo in cui i professori che hanno insegnato nella classe dove si è verificato il contagio, hanno continuato a tenere le lezioni. Ma, come spiega il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, per quanto riguarda le scuola medie, la decisione sul ruolo dei docenti spetta all’Asur e non è automatica. 


«Il Dipartimento di Prevenzione dell’Asur - spiega infatti Filisetti - che è l’organo che valuta quali siano i contratti stretti e quali no, ha comunicato che sono contatti stretti i compagni di classe di alunno positivo (con referto di positività al test molecolare) nelle scuole secondarie di I e II grado nonché i docenti delle classi per la scuola dell’Infanzia e Primaria e quindi per costoro è disposta, di norma, la quarantena. La scuola pertanto procede nei casi in argomento secondo quanto comunicato dal Dipartimento per la Prevenzione». Questo significa che la disposizione di quarantena nei confronti dei docenti della scuola secondaria di I grado (la scuola media) non è un automatismo «ma discende da una specifica valutazione degli elementi di “contact tracing” messa in atto dal Dipartimento di prevenzione e tiene conto anche dei protocolli di sicurezza adottati dal personale scolastico nell’esercizio della propria attività per cui, salvo situazioni particolari, lo stesso è tenuto ad un adeguato distanziamento e all’uso di dispositivi individuali di protezione. Su tali modalità operative, la Dirigenza scolastica provvederà ad una adeguata azione di informazione delle diverse componenti della comunità scolastica mediante il loro coinvolgimento durante il prossimo consiglio di istituto». 


Insomma l’Ufficio Scolastico Regionale alleggerisce la posizione della dirigente dell’Isc Sud chiarendo, di fatto, che non è sua la responsabilità della situazione ma deve essere l’Asur, attraverso il lavoro di tracciamento dei contatti, a decidere se il docente sia effettivamente a rischio contagio e debba mettersi in isolamento sottoponendosi a tampone. E la decisione viene presa in base all’analisi di parametri che però vengono contestati dai genitori: «Se un professore risulta positivo va in quarantena tutta la classe - affermano alcuni di loro - mentre se un alunno è positivo il docente continua a girare per l’istituto. Dov’è la logica?».

 

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Corriere Adriatico