San Benedetto, operato per 2 ore ma il calvario di Luca non è finito

Luca Fanesi con la moglie
SAN BENEDETTO - Era l’ultimo grande ostacolo da superare prima di tornare alla vita di sempre. Il secondo ed ultimo intervento alla testa. Luca Fanesi, il tifoso rossoblu...

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SAN BENEDETTO - Era l’ultimo grande ostacolo da superare prima di tornare alla vita di sempre. Il secondo ed ultimo intervento alla testa. Luca Fanesi, il tifoso rossoblu rimasto ferito dopo i disordini scoppiati fuori lo stadio Menti a Vicenza lo scorso 5 novembre è entrato ieri in sala operatoria al San Bortolo intorno alle ore 17 ed è stato sottoposto ad intervento di neurochirurgia volto al riposizionamento dello sportellino cranico che era stato asportato per ristabilire la pressione intracranica. L’operazione della durata di circa due è stata considerata dall’equipe che segue il 44 enne un intervento di routine anche se delicato. La famiglia di Luca, come sempre al suo fianco ha affrontato insieme anche questa nuova prova: «I timori ci sono sempre - ha commentato il fratello Massimiliano - anche se ti dicono che non c’è troppo da preoccuparsi». Luca sarà trattenuto ancora al San Bortolo di Vicenza per un tempo che può oscillare tra una e tre settimane a seconda del decorso post operatorio. I medici hanno fatto sapere alla famiglia che il paziente subirà una primaria regressione a cui seguirà un miglioramento esponenziale. Aspetto cruciale questo perché significa che il sambenedettese potrebbe ricordare ciò che adesso non riesce a focalizzare. Luca ricorda tutto fino alla disputa della partita Vicenza - Samb. Poi il vuoto. Ecco che questo intervento diventa cruciale poiché grazie alla installazione dello sportellino cranico, il cervello è tornato nel suo spazio ideale e alla sua temperatura ideale, motivo per cui, come hanno avuto modo di spiegare i medici, Luca potrebbe anzi, potrà ricordare meglio quanto accaduto. La famiglia Fanesi ha nominato quale consulente medico legale di parte il dottor Claudio Cacaci.
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Corriere Adriatico