San Benedetto, Liberati: "Per tornare a casa l'Italfish ha speso un sacco di soldi"

San Benedetto, Liberati: "Per tornare a casa l'Italfish ha speso un sacco di soldi"
SAN BENEDETTO - Le prime 48 ore sambenedettesi dopo l'odissea africana, Massimo Liberati le ha trascorse quasi interamente nella sua abitazione circondato e protetto...

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SAN BENEDETTO - Le prime 48 ore sambenedettesi dopo l'odissea africana, Massimo Liberati le ha trascorse quasi interamente nella sua abitazione circondato e protetto dall'affetto dei suoi familiari più stretti dopo mesi di ansia e di paura. "Per il momento di tornare in mare non se ne parla - afferma - adesso lasciatemi riposare. Due o tre mesi almeno. Poi si vedrà”.


E' difficile gettarsi dietro le spalle un'odissea come quella vissuta dal marittimo sambenedettese che durante questa lunghissima e kafkiana situazione di effettiva prigionia non ha goduto dei diritti e dell'interesse che, in teoria, dovrebbero essere riservati ad un cittadino italiano in difficoltà all'estero, ma ha avuto il solo supporto della società armatrice che, come afferma lui stesso, di soldi ne ha versanti tanti: "La mia liberazione è costata molto, davvero molto - afferma con amarezza - non posso fare cifre perché non spetta a me dirle ma alla società armatrice tutta questa storia è costata veramente tanto”.

Liberati conferma che è stata la sola società armatrice a sobbarcarsi tutte le spese per la gestione della vicenda: "Dal 12 febbraio a oggi - prosegue il direttore di macchine dell'Idra Q - se ne sono andati molti soldi. Veramente tanti. Non so neppure io quanti siano".

Sei mesi pesantissimi, insomma, sotto ogni punto di vista, terminati la mattina del 6 agosto quando Liberati ha finalmente toccato terra senegalese atterrando a Dakar dove, tra l'altro, ha ritrovato il suo compagno di prigionia in quella orribile settimana di marzo trascorsa nel carcere di Banjul, il comandante della nave Sandro De Simone: "Ci siamo incontrati a Dakar - spiega - perché lui dopo essere tornato dai suoi familiari, in questi ultimi giorni è tornato in Senegal". L'Idra Q, infatti, è ancora ormeggiata al porto di Dakar. E a bordo della nave è tornato, per qualche ora, anche Liberati: "Quella nave è la mia seconda casa - spiega - e tornare lì mi ha fatto piacere. Ancor di più perché sapevo che dopo qualche ora sarei tornato a San Benedetto dalla mia famiglia".


Liberati, subito dopo il rientro a casa, ha ringraziato anche il giornalista Mediaset Remo Croci che, in questi mesi, ha cercato di sensibilizzare l'opinione pubblica nazionale sulla sua vicenda e relativamente l'assenza delle istituzioni non sa ancora se e cosa fare nelle prossime settimane: “Non so se saranno prese iniziative - spiega - è ancora troppo presto per affrontare l'argomento. Di certo devo pensarci bene perché non è una situazione semplice né sono decisioni facili da prendere”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico