San Benedetto, l'ira degli insegnanti Mozione in Regione per i precari

L'incontro con la vice presidente regionale Malaigia
SAN BENEDETTO - Il caos scuola approda sui banchi del consiglio regionale con una mozione che intende arrivare fino al Governo, all’indomani del summit che ha visto...

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SAN BENEDETTO - Il caos scuola approda sui banchi del consiglio regionale con una mozione che intende arrivare fino al Governo, all’indomani del summit che ha visto protagonista una delegazione dei docenti precari inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento (Gae) che è stata ricevuta dalla vice presidente del consiglio regionale Marzia Malaigia.

«Ci sentiamo traditi – spiegano gli insegnanti - dalla mancanza di osservanza della legge 107, modificata, aggiustata o meglio stravolta con l’emendamento Puglisi, senza il minimo rispetto della dignità e qualità professionale, né per gli insegnanti, né per gli alunni stessi. Infatti il Governo, e nella fattispecie, l’emendamento Puglisi, che, in itinere, alla faccia della certezza del diritto, ha letteralmente stravolto la legge, tradendo tutti i 45mila precari storici in Gae ( Graduatorie ad Esaurimento) e mettendoli nel concreto rischio di non poter più lavorare».
In pratica i precari attaccano il cambiamento della legge in corso d’opera, che sarebbe andata a favore di coloro che hanno accettato di trasferirsi, tanto che non ci sarebbero più posti disponibili.
I docenti che hanno incontrato la vice presidente Malaigia a Palazzo Raffaello hanno sottolineano come l’emendamento Puglisi stia permettendo iniquità ed ingiustizie indistintamente per tutti i docenti, facendo emergere molte criticità, quali: l’assegnazione provvisoria dei posti in deroga, anche quelli di sostegno, riservata ai docenti neo assunti quest’anno e non abilitati, con il rischio concreto di non avere docenti qualificati.

«Presenterò una mozione in seno all’assemblea legislativa – ha detto la vice presidente Malaigia- affinché ci si attivi presso il Governo centrale a far riemergere un concetto chiaro quanto non interpretabile: una legge è legge, e come tale va rispettata. Cambiando le carte in corsa, deludendo le aspettative di chi giustamente crede nell’osservanza delle norme emanate, non è di certo indice di correttezza e giustizia da parte di un governo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico