San Benedetto, alunni preoccupati per le condizioni delle loro scuole

La protesta degli studenti davanti al liceo classico
SAN BENEDETTO - Palestre con attrezzature inadeguate, interventi di manutenzione saltuari, aule inagibili. Un’indagine realizzata tra gli studenti delle superiori fa...

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SAN BENEDETTO - Palestre con attrezzature inadeguate, interventi di manutenzione saltuari, aule inagibili. Un’indagine realizzata tra gli studenti delle superiori fa emergere tutti i limiti dell’edilizia scolastica. 

Oltre l’81% degli studenti lamenta problemi strutturali nel proprio edificio scolastico. Questo è quanto emerge dal lavoro statistico stilato dall’associazione Robin Hood: sindacato studentesco che da più di 5 anni è attivo sul territorio sambenedettese. Un lavoro che ha coinvolto circa 450 ragazzi e che è partito diverso tempo fa. 
Nel dettaglio l’indagine sull’edilizia scolastica vede preoccupanti le risposte che arrivano alla domanda “Con quanta frequenza vengono risolti i problemi di piccola manutenzione?”. Ebbene, solo lo 0,28% degli intervistati risponde “Sempre”. La risposta più frequente (60,87%) è “A volte”, seguita da “Mai” (36,5) e “Spesso” 2,35%. 
Ma quali sono i problemi che gli studenti riscontrano con maggior frequenza? Al primo posto ci sono quelli strutturali, seguiti da quelli idraulici e da quelli elettrici. Non lasciano tranquilli neanche le risposte al quesito “La tua scuola ha aule inagibili o a rischio crollo?”.
La maggioranza (36,33%) risponde affermativamente. 
Intanto ieri mattina il Blocco Studentesco è sceso in piazza davanti al liceo classico Leopardi per protestare contro il contributo volontario. Durante il blitz degli studenti i militanti hanno esposto uno striscione dal chiaro tenore: “Non farti truffare, il contributo volontario non pagare”.

“Ogni anno oltre alle spese per comprare i libri e quelle per necessarie per l’iscrizione - afferma Leonardo Iselle, responsabile locale del Blocco Studentesco - spesso sugli studenti e sulle loro famiglie grava un’altra tassa: il contributo volontario che, a dispetto del nome, viene a diventare obbligatorio, come risarcimento per i fondi non erogati dal Miur o come necessario per determinate attività o per l’iscrizione all’anno successivo". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico