San Benedetto, i dipendenti aspettano da sette anni che la Ast paghi il debito di 20milioni

San Benedetto, i dipendenti aspettano da sette anni che la Ast paghi il debito di 20milioni
SAN BENEDETTO Di fronte a straordinari non pagati, a ferie non fruite e al mancato pagamento dei tempi di vestizione, per un totale di 20milioni di euro, le rappresentanze...

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SAN BENEDETTO Di fronte a straordinari non pagati, a ferie non fruite e al mancato pagamento dei tempi di vestizione, per un totale di 20milioni di euro, le rappresentanze sindacali unitarie invitano e diffidano la direzione dell’Ast a sospendere l’efficacia dei vari spostamenti e la riorganizzazione del personale.

 

Le motivazioni

Venti di guerra tra il personale sanitario e i vertici dell’Ast. La Rsu, rappresentata dal coordinatore Paolo Grassi e dal vice Stefano Sudati, denuncia quanto sta avvenendo da diversi anni a questa parte sul fronte dei contratti e denunciano: 480mila ore prestate in eccedenza, 20mila giornate di ferie non fruite, 7 anni di mancato pagamento delle indennità relative ai tempi di vestizione, mancata erogazione della produttività 2022 e 2023, costituendo un debito complessivo pari a 20 milioni di euro che l’Ast di Ascoli ha nei confronti del personale dipendente per una media pro-capite di 10mila euro di credito per ciascun operatore. «Ci sono – afferma la Rsu - 187 precari costretti, da anni, a svolgere la loro attività nella più assoluta incertezza con proroghe di contratti a volte anche bimestrali. L’assenza di riscaldamento, di climatizzazione in alcuni ambulatori è inconcepibile. Così come inaccettabile risulta la razionalizzazione dell’acqua potabile ai pazienti così come viene negata ai dipendenti, tenendo conto che in molti punti dell’ospedale non è potabile tanto da essere sottoposta a continuo choc termico per l’abbattimento del batterio della legionella e incomprensibili è la collocazione degli spogliatoi in stanze impraticabili dal punto di vista igienico sanitario».

Gli spostamenti

Di fronte a tale contesto risultano provocatorie, secondo le rappresentanze sindacali, le disposizioni di servizio con cui si sta provvedendo alla modifica dell’organizzazione del lavoro con mobilità definite dalle organizzazioni “selvagge e unilaterali” con modifiche degli orari di lavoro, senza il previsto obbligatorio confronto con le rappresentanze sindacali. «Premesso che tali gravissime omissioni – termina la Rsu - costituiscono una vera e propria attività antisindacale, questa Rsu invita e diffida la direzione dell’Ast a sospendere l’efficacia delle disposizioni in parola fino all’espletamento della prescritta procedura contrattuale. Il confronto va altresì espletato per la definizione del piano occupazionale annuale e triennale nonché per il regolamento della mobilità interna su cui le scriventi hanno già richiesto una specifica riunione».

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Corriere Adriatico