San Benedetto, gli sballati della movida diventano un costo per la sanità

La movida sambenedettese
SAN BENEDETTO Arrivano così sedati che potrebbero aver avuto anche un trauma cranico o talmente agitati come in preda a un’encefalite. E invece, magari no, sono solo...

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SAN BENEDETTO Arrivano così sedati che potrebbero aver avuto anche un trauma cranico o talmente agitati come in preda a un’encefalite. E invece, magari no, sono solo giovani che hanno alzato troppo il gomito durante le notti della cosiddetta movida. Tanto sballati però, da impegnare, per salvarsli, il personale del pronto soccorso. Tanto sciocchi da andarsene dopo poche ore addirittura con le proprie gambe. Sono i ragazzi del sabato sera ma non solo. Quelli che “intasano” il pronto soccorso, di notte, soprattutto nelle serate d’estate. «Ne arrivano sempre di più - ammette il dottor Groff, primario del reparto di emergenza urgenza -, forse perché quest’anno c’è stato un aumento dei turisti o perché la città attira sempre di più i giovani che vogliono farsi del male. La loro gestione è, comunque, molto complicata. Molti non sono in grado di riferire i sintomi, ad esempio. E quindi vanno praticate loro tutta una serie di analisi che impegnano a fondo il personale. Non possiamo infatti escludere a priori che non abbiano patologie gravi e quindi, dalla Tac agli esami più complessi, c’è da stargli dietro. Spesso non possono restare soli sia perché potrebbero mettere a soqqadro tutto, quando magari, intorno ci sono altri pazienti anche gravi, o perché sono oggettivamente in condizioni molto serie all’inizio. Risalire al fatto che hanno bevuto e cosa è già un’impresa, quando poi non hanno aggiunto pasticche o altri tipi di droghe che rendono la loro condizione ancora più delicata e per noi importante».
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Corriere Adriatico