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SAN BENEDETTO - Dopo il caro gasolio, la pandemia e le leggi restrittive provenienti dall’Europa ora la minaccia per la pesca sambenedettese si tinge i blu. Il granchio azzurro infatti sta diventando l’incubo di pescatori e vongolari, soprattutto sulla scia di quanto sta avvenendo a nord dell’Adriatico, un vero killer così come lo è il punteruolo rosso per le palme.
La diffusione
Nelle acque sambenedettesi non se ne vedono molti anche se al Mercato ittico se ne vendono in grandi quantità. Ma la minaccia del granchio blu sembra essere davvero dietro l’angolo e fa paura visto il suo impatto ambientale devastante. Da Chioggia a Rimini il crostaceo sta facendo una strage di reti, vongole e pesci. Con le sue chele azzurre riesce a distruggere tutto quello che incontra lungo la sua strada e soprattutto i fondali. Tanto che il Veneto ha già chiesto lo stato di calamità.
L’armatore Pietro Ricci spiega come si tratti di un vero incubo per i pescatori: «Ancora il granchio blu non ha raggiunto il nostro mare ma il fenomeno ci preoccupa. È una specie in grado di distruggere tutto e anche eventuali risarcimenti del Governo non coprirebbero i danni che provocherebbe.
«Il timore c’è – spiega il commerciante ittico Lorenzo Marinangeli – vengono ritrovate reti fatte in mille pezzi, così come le vongole diventano le loro prede e gli stessi pesci di piccola taglia. Siamo di fronte a un problema grande che fa paura. Dal punto di vista commerciale si vende bene, ha una polpa molto buona che si mangia lessa o viene impiegata per fare sughi. Il mostro timore è che realizzando il Parco marino queste specie così pericolose non potranno nemmeno essere rimosse». Preoccupa soprattutto l’assenza di strumenti per fronteggiare questa specie.
I timori
Criticità che riguarderebbe in particolare i vongolari. Al riguardo Gerardo Fragoletti presidente della Covopi spiega: «Le Regioni e il Ministero sono stati già allertati da questa minaccia, qui ne incontriamo ancora pochi ma proprio nei giorni scorsi ne abbiamo pescati un paio. Tenendo conto che caliamo le reti tre volte a settimana non sono pochi e a breve potremmo ritrovarci con il mare pieno di questi crostacei pericolosi. Quindi rimaniamo in allerta e non dobbiamo abbassare la guardia». Il granchio blu si ciba in particolare di vongole, cozze, crostacei e qualsiasi tipo di pesce si ritrovi a tiro, specie gli avanotti (cioè i pesci appena nati) oltre alle uova e ha raggiunto l’Italia proveniente dall’Oceano Atlantico a bordo delle navi. Con un occhio puntato verso la proliferazione del granchio blu, la marineria sambenedettese si prepara al fermo pesca in programma dal 18 agosto al 24 settembre con sospensione dell’intera attività di pesca. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico