San Benedetto, fermo pesca e rimborsi La marineria torna sul piede di guerra

Pescatori al porto
SAN BENEDETTO -  Ritardi sui pagamenti, incertezza sulla data del...

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SAN BENEDETTO -  Ritardi sui pagamenti, incertezza sulla data del provvedimento e un'incognita grande come un macigno su quello che sembra essere il futuro del fermo biologico. Non c'è pace, insomma, per la marineria perché questa volta, oltre all'annoso problema del ritardo dei pagamenti, c'è tutta una serie di novità in via di approvazione, che i marittimi definiscono penalizzanti. In primo luogo ci sono i contributi, quelli riconosciuti agli armatori per le settimane di stop alle attività di pesca imposte dalla Direzione Generale della Pesca. Se lo scorso anno i soldi arrivavano in ritardo (nel cuore dell'estate a circa un anno di distanza dal provvedimento) ma gli stanziamenti venivano effettuati al massimo entro febbraio, quest'anno la Direzione non ha ancora stanziato i soldi. Ad oggi non c'è traccia di disposizione di alcun genere. Una situazione che preoccupa, e non poco, i marittimi che, tra l'altro, si trovano a fare i conti anche con il rischio di una rivoluzione del fermo pesca che, secondo molti addetti, renderà la vita impossibile alle barche. Si parla di uno stravolgimento delle regole che consiste nella penalizzazione di tutte le barche che commettano almeno un'infrazione. Stando ai rumors che partono da Roma e che rimbalzano da palazzo Raffaello, i pescherecci che commetteranno un'infrazione non avranno diritto ad alcun rimborso sul fermo. «Sarebbe una cosa paradossale - fanno sapere dalla marineria -. Nessuno qui sceglie di fermarsi. Siamo obbligati a farlo da un provvedimento che ogni anno ci costringe a sacrifici sempre più grandi visto che i soldi arrivano sempre più tardi. Ciononostante ora arriva la notizia che non vogliono più neppure riconoscere il contributo per uno stop che loro ci costringono a fare». Alla base di queste novità ci sarebbe il fatto che, dal prossimo anno, i contributi sarebbero erogati attraverso i fondi Feamp il che renderebbe necessaria una ottimizzazione delle uscite. Insomma la tensione rischia di salire alle stelle tra le banchine del porto sambenedettese.
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Corriere Adriatico