San Benedetto, dodici famiglie rischiano di perdere la casa dell'Erap

San Benedetto, dodici famiglie rischiano di perdere la casa dell'Erap
​SAN BENEDETTO - Dodici famiglie rischiano di dover cambiare casa, anche dovendo trasferirsi in un altro Comune, se non riscatteranno la propria abitazione popolare entro due...

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​SAN BENEDETTO - Dodici famiglie rischiano di dover cambiare casa, anche dovendo trasferirsi in un altro Comune, se non riscatteranno la propria abitazione popolare entro due mesi.

È quanto sta accadendo al condominio di via Gran Sasso 8 nel quartiere Ragnola, dove una dozzina di famiglie ha ricevuto nei giorni scorsi un'informativa dall'Erap con cui vengono concessi 60 giorni per decidere se riscattare la propria abitazione, in caso contrario l'immobile sarà venduto ad altri e loro trasferiti in un'altra località del Piceno.

Gli attuali residenti potrebbero acquistare gli appartamenti a rata o in un'unica soluzione oppure trasferirsi in una residenza dell'ambito provinciale.
Un ultimatum che ha gettato nello sconforto queste famiglie, che vedono messa a rischio la propria abitazione.

Gli stessi nuclei hanno chiesto un incontro al consigliere comunale di FI Pasqualino Piunti, che le ha incontrate suggerendogli di rivolgersi a un avvocato del Sunia, sindacato delle case popolari o alla Federconsumatori. L'intervento non è semplice trattandosi di un ente, l'Erap, di carattere regionale. La cifra richiesta per riscattare le abitazioni si aggira sui 104 mila euro che diventerebbero 116 nel caso di pagamento rateizzato, con 27mila per la caparra.

"Noi - spiega Giuseppe Luongo uno dei residenti - non abbiamo i soldi per acquistare questi appartamenti e le istituzioni lo sanno perché ogni anno denunciamo il nostro Isee. Prezzi che sono anche quadruplicati negli ultimi anni e sproporzionati per case che iniziano a sentire il peso degli anni".

Insomma famiglie che si sentono abbandonate e rischiano di dover lasciare la propria abitazione non avendo risorse per riscattarla. Da qui la richiesta di un impegno da parte delle istituzioni affinché l'iter possa essere stoppato e possano rimanere nelle proprie case.
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Corriere Adriatico