San Benedetto, trovato un documento storico sui 90 marittimi rapiti dai pirati

San Benedetto, trovato un documento storico sui 90 marittimi rapiti dai pirati
SAN BENEDETTO - Novanta marittimi sambenedettesi rapiti dai pirati nel lontano 1803, una storia riportata alla luce grazie a un documento storico ritrovato nell'archivio di...

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SAN BENEDETTO - Novanta marittimi sambenedettesi rapiti dai pirati nel lontano 1803, una storia riportata alla luce grazie a un documento storico ritrovato nell'archivio di Petritoli.

Era il 1803 quando novanta marittimi sambenedettesi furono rapiti da un gruppo di pirati, i “barbareschi”, che in quegli anni seminavano il terrore in Adriatico. Rapiti insieme alle loro paranze e deportati in Nordafrica. Un episodio poco noto ai più arrivato ai giorni nostri attraverso le storie e i racconti tramandati di padre in figlio.

Fino ad oggi. Fino a quando cioè, nell'archivio storico di Petritoli, due sambenedettesi appassionati di storia locale, Gigi Anelli, Massimo Di Sabatino e con loro lo storico musicale di Servigliano Claudio Giuvalè, hanno rinvenuto la partitura originale di “La Barberia” un'opera scritta nel 1843 dal fermano Francesco Cellini, dove viene raccontata, con musica e parole, la vicenda. I marittimi sambenedettesi erano infatti stati venduti come “schiavi bianchi” nei mercati delle metropoli di Tunisia, Algeria e Turchia e alcuni erano rimasti laggiù dove, avevano messo su famiglia.

L'opera fu messa in scena nell'ottobre del 1843 al teatro Concordia di San Benedetto in occasione della visita, nell'allora minuscolo borgo marinaro, di un altro prelato giunto dal Vaticano. Il testo del componimento ricostruisce nei dettagli quell'accadimento. “Si tratta di un documento – spiega Anelli – che tutti pensavano fosse andato perduto e che invece abbiamo trovato all'interno dell'archivio petritolese”.

Un rapimento citato da Enrico Liburdi e ricostruito dallo storico Giuseppe Merlini che spiega come quanto accaduto nel 1803 non rappresentasse un fatto isolato: “Le flottiglie pescherecce del Piceno – spiega Merlini - erano colpite da memorabili incursioni barbaresche; per la marineria sambenedettese, ciò significò la sottrazione di ben 90 persone d’equipaggio, nell’incursione del 1803, e di 40 l’anno seguente, a cui si aggiunse quella del maggio 1815, quando i barbareschi catturarono altri 38 sambenedettesi, procurando sgomento e collasso di tutta l’economia cittadina”.


E all'importanza storica si aggiunge quella artistica dal momento che l'intenzione di Anelli e Di Sabatino è di riportare la musica che narra delle vicende dei marittimi di San Benedetto al Concordia dopo 172 anni, attraverso l'Istituto Vivaldi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico