Bivacchi nei palazzi abbandonati di San Benedetto. Interviene il prefetto che incontrerà i proprietari

La palazzina ex Santarelli
SAN BENEDETTO - Impedire l’accesso a ignoti e bonificare l’area. Si cercano soluzioni per garantire sicurezza nella zona delle palazzine ex Santarelli. È...

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SAN BENEDETTO - Impedire l’accesso a ignoti e bonificare l’area. Si cercano soluzioni per garantire sicurezza nella zona delle palazzine ex Santarelli. È previsto a breve un incontro tra il prefetto e la proprietà per restituire decoro ad un’area abbandonata da tempo, non lontano dall’ex stadio Ballarin 



Sul lato est dell’immobile è stato aperto un varco. Il passaggio consente a senza tetto e tossicodipendenti, di entrare ed occupare abusivamente i palazzoni incompiuti. Sulla recinzione lungo la strada si osservano addirittura brandelli di magliette tra i rovi cresciuti a dismisura, perduti probabilmente da chi ha invece tentato di entrare nell’area, scavalcando il muro. 

Il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza in Prefettura che si è svolto mercoledì scorso, sotto la coordinazione del prefetto Carlo De Rogatis, ha affrontato proprio la questione delle palazzine ex Santarelli, che sono state oggetto di una dettagliata analisi. Da tempo incomplete e abbandonate, hanno attirato l’attenzione a causa di episodi di occupazione abusiva. Per risolvere questa problematica, è previsto nei prossimi giorni un incontro tra il Prefetto e la proprietà al fine di trovare una soluzione che impedisca l’accesso non autorizzato agli spazi e consenta l’avvio delle operazioni di bonifica dell’area. 

Il sindaco cosa dice


Il sindaco Antonio Spazzafumo ha sottolineato l’attenzione massima dell’amministrazione comunale sulla questione, annunciando la compartecipazione ai costi sia per il servizio di vigilanza privata presso la Caritas su cui si sta già provvedendo ad attivare il personale tecnico per l’installazione delle telecamere, sia per la bonifica dell’area Santarelli «considerata la complessa vicenda che interessa la proprietà di quel complesso».Bisognerà capire come l’area sarà bonificata, data la sua estensione, e quante risorse occorreranno. Ma quel che resta ignoto è il futuro di quell’edificio, se sarà mai completato e quale sarà la sua vocazione. L’edificio si trova a ridosso dell’area portuale, chi lavora in quella zona è ormai rassegnato: «Non abbiamo paura - dicono - dispiace piuttosto che non si riesca a trovare una soluzione e che questa zona in tutti questi anni sia stata lasciata all’abbandono, speriamo almeno nella bonifica dell’area, magari riacquisterà decoro».



La costruzione dell’immobile si è interrotta decenni fa, il cantiere risale agli anni novanta. Il manufatto fu costruito dalla ditta Santarelli e aveva come destinazione d’uso quella commerciale al piano terra, artigianale al piano superiore. La ditta propose all’amministrazione Gaspari un cambio di destinazione da artigianale commerciale a residenziale. Ma l’idea non andò mai in porto. Con il fallimento, il mega edificio è rimasto fermo con la quattro frecce, oggi appartiene ad un Fondo immobiliare. Nel corso del tempo, in costanza dell’amministrazione Piunti ci sono stati diversi blitz da parte delle forze dell’ordine per sgomberare la zona da bivacchi. In attesa della bonifica, è stata avanzata dal consigliere Paolo Canducci la proposta di trasferire in loco il commissariato, operazione che però richiederebbe una variante al piano regolatore del porto, quindi tempi affatto brevi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico