SAN BENEDETTO - Una corda arancione intorno al corpo ritrovato al porto di San Benedetto. C’è anche questo tra i numerosi interrogativi relativi al ritrovamento di...
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Pochissimi, sono i dubbi che non possa trattarsi del quarantenne scomparso a fine febbraio da San Benedetto. Il padre, nel tardo pomeriggio di lunedì, ha infatti riconosciuto alcuni oggetti personali che si trovavano addosso al corpo. Le chiavi di casa di Vincenzo, le scarpe e i pantaloni. In pratica occorre la conferma ufficiale, che potrà dare soltanto l’esame del dna, che si tratti del corpo dell’uomo. «In questo momento la nostra priorità– spiega il legale della famiglia, l’avvocato Enrico Sciarroni – è quella di sapere al cento per cento se quei resti siano di Vincenzo o no». Proprio in preparazione agli esami che dovranno stabilire l’identità del corpo nel pomeriggio di ieri i genitori di Vincenzo Napoli sono stati convocati in Capitaneria di porto per espletare alcune procedure burocratiche propedeutiche proprio all’esame e genetico di quei resti.
La seconda priorità è relativa invece alle cause della morte e come quel corpo sia finito al di sotto del molo principale del porto turistico sambenedettese. La Procura, al momento, non esclude alcuna ipotesi ed il ritrovamento di quella corda rappresenta un ulteriore interrogativo in merito. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico