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SAN BENEDETTO - Rinnovo dei Comitati di quartiere, si va verso un ulteriore slittamento del voto. Questo è quanto emerso da alcuni colloqui informali che Alfredo Isopi (portavoce dei presidenti di quartiere) ha avuto con qualche rappresentante della nuova amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Spazzafumo.
Piccola premessa: le elezioni per le 16 associazioni zonali sambenedettesi dovevano svolgersi alla fine dello scorso anno. Poi, la pandemia ha stravolto tutto: impossibile organizzare il voto nel complicato periodo autunno-inverno 2020. Così l’amministrazione Piunti optò per una proroga dei direttivi. Proroga che, teoricamente, è in scadenza in queste settimane, tanto che l’organizzazione delle operazioni di voto iniziava ad essere un argomento d’attualità.
Da lì in poi, partiranno tutte le operazioni propedeutiche al voto, ad iniziare dalla “caccia” alle candidature. Un passaggio importante e non del tutto scontato. Infatti, sia nell’election day del 2014 che in quello di tre anni prima, alcuni quartieri non raggiunsero il numero minimo di candidature e dunque non poterono partecipare al voto. Per la precisione: nel 2014 a fallire la ricerca delle candidature fu il quartiere Fosso dei Galli; mentre nel 2011 ci furono addirittura più defezioni: Paese Alto, San Filippo Neri, Santa Lucia e Sentina. E’ andata meglio l’ultima tornata elettorale (quella del 2017) quando parteciparono 16 quartieri su 16. Ma c’è anche un secondo scoglio nella navigazione dei nuovi Comitati di quartiere. Ossia il quorum. Le elezioni, infatti, sono valide solo se si reca alle urne almeno il 10% degli aventi diritto: percentuale che si calcola quartiere per quartiere.
Le ultime amministrative (a San Benedetto come in tutt’Italia) hanno fatto emergere un alto tasso d’astensionismo e ciò potrebbe riverberarsi anche nella nuova chiamata alle urne. Tra l’altro, non è un mistero come le elezioni zonali non scaldino molto il cuore della Riviera. Spesso il quorum viene superato solo di qualche punto, con l’eccezione di alcuni casi particolari. Come quello di Porto d’Ascoli Centro del 2017, dove anche la valanga di voti andati all’ex presidente Elio Core (recordman con 327 preferenze) fece schizzare l’affluenza quasi al 20%. Questo problema potrebbe essere mitigato con qualche accorpamento tra quartieri. Ci aveva provato - senza successo - la seconda amministrazione Gaspari, che voleva portare da 16 a 10 le associazioni zonali.
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Corriere Adriatico