SAN BENEDETTO - E' aperto il cancello del Ballarin. In questi giorni, a qualsiasi ora del mattino, del pomeriggio e della notte, poteva entrare chiunque, giovani, vecchi e...
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Entrare, farsi largo tra le erbacce e le travi di ferro rosse di ruggine e raggiungere le scale che portano agli spogliatoi dove, da mesi, ci sono almeno due metri di acqua putrida che si è accumulata di settimana in settimana senza che nessuno si preoccupasse di nulla.
Chiunque, anche un ragazzino, potrebbe entrare da quel cancello e finire dentro quella sorta di pericolosissimo pozzo. Tutto intorno c'è il degrado. Quel degrado denunciato ad alta voce, in questi giorni dagli stessi uffici che hanno lasciato il vecchio impianto abbandonato a sé stesso per anni.
E se la città, stando almeno a quello che si legge sui vari social network, non sembra plaudire alla prova di forza lanciata dal sindaco Gaspari, che ha dichiarato di volerlo abbattere contro tutto e tutti, il motivo è proprio questo. Perché in molti, tra nostalgici dei vecchi fasti della Samb e semplici cittadini scandalizzati da quello scempio marcito negli anni alle porte della città, non riescono a capacitarsi di come sia stato possibile arrivare a questo punto.
Un punto di non ritorno fatto di gradini e mura pericolanti, di condizioni igieniche da quarto mondo, di materiali pericolosi lasciati alla mercè di qualsiasi persona. Un punto raggiunto da una struttura pubblica dove nessuno, in questi mesi, si è neppure preoccupato di tenere chiuse le porte. Dove a nessuno è venuto in mente di mettere in campo delle pompe idrovore per aspirare l'acqua che si è accumulata negli spogliatoi e che è ormai diventata una palude alla quale avvicinarsi potrebbe significare andare incontro a qualsiasi genere di infezione.
E passi per la carcassa di un'auto abbandonata ormai da mesi a ridosso della curva Sud e ormai sommersa dalle erbacce e dalla vegetazione ma in tanti si chiedano come faccia, un Comune, a mantenere all'interno di una simile struttura, la sede di un'associazione di soccorso sanitario come la Croce Verde.
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Corriere Adriatico