Risse a colpi di mazze e machete, alta tensione nel quartiere Ponterotto di San Benedetto: domani l'assemblea del comitato

I disordini alla Caritas della scorsa estate
SAN BENEDETTO - Difficile convivenza tra residenti del quartiere e alcune persone che orbitano intorno alla Caritas di via Madonna della Pietà. Domani, venerdì 29...

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SAN BENEDETTO - Difficile convivenza tra residenti del quartiere e alcune persone che orbitano intorno alla Caritas di via Madonna della Pietà. Domani, venerdì 29 settembre, è in programma un’assemblea pubblica organizzata dal comitato Ponterotto, per fare il punto e ragionare su possibili soluzioni. 

 


Il caso


Verrà analizzato un caso che, tra alti e bassi, si trascina da anni a intervalli più o meno regolari: risse, schiamazzi e problemi di decoro urbano creano malcontento in zona. L’assemblea pubblica inizia alle ore 21, nei locali dell’ex scuola Borgo Trevisani, in via Colle Ameno. «L’invito - sottolineano dall’associazione zonale attualmente presieduta da Emmanuel Spagnolini - è stato esteso all’amministrazione comunale, ai vigili urbani, ai rappresentanti della Caritas e ai cittadini tutti. Invitiamo tutte le persone ad essere presenti per dire la loro, riportando la propria testimonianza. Al comitato di quartiere è stato espressamente chiesto dai cittadini di organizzare un incontro con qualcuno che potesse ascoltare ciò che accade giornalmente nel quartiere e nelle vie adiacenti alla Caritas diocesana». Da quanto dice chi abita in quei paraggi, piccoli disagi ci sono praticamente tutti i giorni. Poi capitano casi davvero eclatanti. L’ultima “bomba” è scoppiata lo scorso agosto: pesanti risse con i protagonisti che hanno brandito bastoni, mazze e, secondo qualche testimone, perfino un machete. 


Le accuse 


«La Caritas, che dovrebbe offrire pace, si è sporcata più volte di sangue - dissero, a caldo, dal comitato di quartiere Ponterotto -. I residenti chiedono a tutti coloro che possono fare qualcosa di prendere una posizione. Nessuno sta dicendo che la Caritas non debba dare aiuto, ma se ogni volta ci deve essere del sangue che macchia il quartiere è giusto che chi di dovere si prende le proprie responsabilità». A questa forte presa di posizione era seguita la risposta del direttore del centro diocesano: don Gianni Croci. «Il bene del quartiere è a cuore anche a noi della Caritas e vi ringraziamo di cuore per le vostre sollecitazioni - scrisse il sacerdote in una lettera aperta -. Anzi, chiediamo per quanto possibile, di aiutarci, denunciando alle istituzioni competenti, come noi cerchiamo sempre di fare, ogni situazione che reca disturbo alla pace e alla serenità della gente che vive nella zona».


Faccia a faccia


«Purtroppo - è un importante passaggio della missiva firmata don Gianni - a volte si ha la sensazione che le leggi dello Stato non sempre aiutano nella prevenzione e nella repressione della attività delinquenziali». Arriviamo così alla serata di domani, quando tutte le parti in causa si guarderanno negli occhi, scrutando soprattutto verso qualche possibile soluzione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico