«Facciamo un lavoro pericoloso», la polizia locale di San Benedetto chiede le armi

Gli agenti della polizia locale in azione
SAN BENEDETTO - Dotazione di dispositivi di sicurezza e armi. È quello che chiede il Coordinamento sindacale autonomo della polizia locale tramite una lettera di diffida...

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SAN BENEDETTO - Dotazione di dispositivi di sicurezza e armi. È quello che chiede il Coordinamento sindacale autonomo della polizia locale tramite una lettera di diffida inviata a tutte le autorità locali di San Benedetto e in seguito anche alla prefettura, alla questura e alla Regione Marche.

 

«L’agente di polizia locale - scrivono i sindacalisti - è purtroppo considerata una figura che eleva sanzioni e svolge attività di viabilità, ma ha invece tanti compiti delicati e anche pericolosi, in particolar modo negli ultimi tempi dove c’è stata un’intensificazione di gravi eventi criminosi che hanno turbato l’ordine e la sicurezza pubblica. Gli agenti della polizia locale si occupano di qualsiasi richiesta, spesso sgravando le forze dell’ordine». Le attività più critiche non sono valorizzate come dovrebbero, perché a volte viene messa a rischio anche la propria incolumità personale «perché - si legge ancora nella nota firmata da Federico Coratella - non sono dotati di adeguati dispositivi di protezione individuale previsti per legge, e tale mancanza esiste ancora oggi nonostante alcuni agenti sono stati vittime di aggressioni come nell’agosto scorso. La normativa prevede che debbano essere obbligatoriamente dotati di arma, al solo scopo di difesa personale».

Il Comune di San Benedetto si distingue dagli altri Comuni vicini «dimostrando di essere il fanalino di coda rispetto alle altre realtà locali - chiude la nota -, non ottemperando agli obblighi normativi vigenti e di fatto continuando ad esporre a concreti rischi, legati alla sicurezza e all’incolumità, i suoi agenti di polizia locale, anche a fronte dei solleciti pervenuti dalla prefettura di Ascoli Piceno. Non vogliamo essere agenti di serie B, e i cittadini di San Benedetto non devono essere a loro volta cittadini di serie B».

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Corriere Adriatico