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Tra il primo e secondo tour del pianeta in totale sono oltre 90 le nazioni visitate, in molti posti è tornato una seconda volta.
«Ogni volta ho iniziato da zero»
«Ho iniziato ogni volta da zero. Dopo essermi stanziato in un paese, nonostante avessi trovato un lavoro e conosciuto amici, sono poi ripartito. Ho corso maratone per toccare diverse zone del pianeta». Riccardo ha sperimentato diversi modi di vivere immergendosi completamente nelle culture dei popoli che ha, di volta in volta, conosciuto nel suo viaggio. Ha svolto diversi lavori avvalendosi anche di App che consentono di prestare la propria opera gratuitamente in cambio di ospitalità.
Il periodo Covid ha paralizzato il mondo. Da una situazione di grave allarme, la pandemia è diventata per Riccardo un’opportunità di arricchimento e di crescita: «Inizialmente è stato molto difficile, io andavo verso il Nicaragua poi entrai in El Salvador. Lì mi bloccò il lockdown. Mi sono trovato al centro di una sparatoria in un hotel in spiaggia dove ho vissuto, l’indomani tre giorni prima che chiudessero le strade ho trovato rifugio in una scuola privata dove le lezioni erano sospese ma mi fecero ristrutturare il giardino e fare manutenzione della scuola. Ho approfittato di questo silenzio per nuovi stimoli».
Essere connesso con i social lo ha aiutato a raccontare il viaggio e a condividere foto e pensieri sui più disparati temi, ma anche l’essere disconnesso per vari motivi è stato utile. Le sue origini marchigiane e toscane si sono mescolate con le tradizioni di tutto il mondo. Una costante di Riccardo è certamente l’alimentazione che lo aiuta a restare in equilibrio. Il veganismo lo yoga e la meditazione sono il suo stile di vita e un elisir di longevità: «Quando sei un astronauta devi avere le giuste energie, la mia alimentazione insieme alle attività sportive mi hanno aiutato molto». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico