Gli chalet storici si fanno il lifting, investimenti e lavori per l’estate. Gli imprenditori sono fiduciosi

Lo chalet Da Federico
SAN BENEDETTO - Non semplici lavori in vista dell’estate, come potrebbe accadere alla vigilia di una Pasqua qualunque, ma veri e propri investimenti. Sulla Riviera delle...

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SAN BENEDETTO - Non semplici lavori in vista dell’estate, come potrebbe accadere alla vigilia di una Pasqua qualunque, ma veri e propri investimenti. Sulla Riviera delle palme la pandemia provoca l’effetto paradosso e alcuni stabilimenti balneari, anche quelli più prestigiosi, decidono di fare un lifting confidando non solo nella stagione prossima ventura ma per darsi una nuova immagine, più fresca e rinnovata.

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Le iniziative
È il caso ad esempio del noto chalet De Federico che offre da sempre anche una delle migliori cucine dell’Adriatico. Sul lungomare nord, da alcuni giorni teatro di opere che cambieranno la percezione dell’ingresso esterno. «Stiamo mettendo mano - dice Americo Spinozzi - al giardino soprattutto. Aumenterà il verde ma non toccheremo la struttura in muratura». Già in tempi di Covid si tratta già di un impegno che vedrà anche il rinnovo dell’insegna e sopratutto non verrà toccata la bella fontana la quale, invece, sarà ampiamente valorizzata nella speranza di poter riaprire al più presto con la possibilità di realizzare banchetti all’esterno e sorseggiare aperitivi nel corso delle numerose cerimonie che solitamente vengono ospitate nella struttura balneare. Poco vicino si ode rumore di lavori anche alla Medusa, lo storico chalet passato clamorosamente di mano in inverno dove ferve l’attività «per ripristinare tutto com’era - dice Tonino Massi -. Si chiamerà ancora Medusa, conferma l’imprenditore e l’intenzione è di riaprire entro fine maggio, Dpcm vari permettendo». Dei lavori si sta occupando per la parte strutturale l’architetto Sandro mariani, per gli arredi Domenico Sfirro, un’accoppiata di grande valore che sicuramente riporterà uno dei più antichi chalet della Riviera ai suoi antichi fasti. «Ci proviamo a ripartire - conferma Massi - e siamo convinti di poter far bene così come è accaduto per il Miwea, il Molo Sud e gli altri nostri locali all’estero per dare valore aggiunto alla Riviera».


La manutenzione


Chi passa sul lungomare sud poi non può fare a meno di imbattersi in un’altra struttura imponente, quella del Bossa nova. Resta saldamente nelle mani di Francesco Armandi che dice lapidario: «Uno chalet se non gli vai dietro tu è lui che ti viene addosso. Nella maggior parte dei casi infatti - aggiunge - si tratta di strutture degli anni Cinquanta aggredite continuamente da agenti atmosferici come la salsedine. Ci stiamo occupando di fare la manutenzione delle parti in legno, di quelle in ferro e comunque di lavori che vanno a sostenere la struttura. Investiamo perché siamo fiduciosi che la situazione prima o poi si sbloccherà: siamo imprenditori e questo è il nostro compito». Ancora più a sud Corrado Capriotti sta rimettendo a posto anche lo stabilimento balneare Rivabella. In maniera più artigianale, ma comunque con la medesima voglia di un’altra stagione di mare. «Noi siamo pronti e quando ci daranno il via libera saremo lieti di accogliere nuovamente i nostri turisti. Le prenotazioni ci arrivano anche dagli Usa, da Pittsburgh dove alcuni nostri clienti storici hanno comunicato di aver fatto il vaccino e sperano di poterci venire a trovare. Noi intanto abbiamo anche comprato nuovi giochi per bambini e sistemato l’esterno, ora stiamo dando una mano di vernice». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico