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SAN BENEDETTO - «La mia vita è finita quel giorno». Nelle parole di Gino Bisirri c’è stato, ieri, tutto il senso di un dolore che dura da quarant’anni e che non potrà mai essere lenito. E’ stata la breve testimonianza dell’uomo, ieri mattina, uno dei momenti più commoventi e toccanti della cerimonia di commemorazione delle vittime del rogo del Ballarin, in occasione dei quarant’anni da quella tragedia.
Un anniversario scelto anche per inaugurare quello che il sindaco Piunti e il suo vice Tassotti hanno definito «un primo passo» verso la riqualificazione completa di quell’area per anni abbandonata a sé stessa.
Bisirri e Ficcadenti sono stati omaggiati anche dal presidente del Rotary Club di San Benedetto Piero Ristori. Presenti alla cerimonia anche diversi ex rossoblu tra i quali Bruno Ranieri, che quel giorno era sul rettangolo verde del Ballarin. Ieri c’era anche il “capitano” Paolo Beni e Maurizio Simonato che ha dato alle stampe un libro il cui ricavato dovrà rappresentare un contributo alla riqualificazione dell’area. L’amministrazione, ieri, ha insomma gettato le basi del percorso di recupero della zona.
«È un momento emozionante - ha detto il sindaco Pasqualino Piunti che ha poi simbolicamente aperto i cancelli del nuovo ingresso all’area verde - spesso ci autoflagelliamo, ma questa è la prova che San Benedetto può volare perché ha radici profonde». Il Ballarin inaugurato ieri è rappresentato da un’area verde con un muro, sulla parte orientale, sul quale sono stati realizzati dei dipinti. «Sarà il percorso della memoria» ha annunciato Tassotti.
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Corriere Adriatico