Innesca un incendio nel bosco per pulire la tartufaia: arriva il Canadair, lui denunciato

Innesca un incendio nel bosco per pulire la tartufaia: arriva il canadair, lui denunciato
ROCCAFLUVIONE – Innesca un incendio boschivo, per combattere il quale serve anche il Canadiar, pulendo la propria tartufaia: scoperto e denunciato dai carabinieri...

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ROCCAFLUVIONE – Innesca un incendio boschivo, per combattere il quale serve anche il Canadiar, pulendo la propria tartufaia: scoperto e denunciato dai carabinieri forestali. L'uomo, un tartuficoltore di Roccafluvione, è stato scoperto dagli agenti grazie al Mef ,"Metodo evidenze fisiche", è stato denunciato per incendio boschivo colposo, un reato che prevede pene da uno a cinque anni. L'innesco infatti sarebbe stato in alcuni cumuli di rifiuti vegetali che l'uomo stava bruciando per ripulire la tartufaia.

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I Militari delle Stazioni Carabinieri Forestale di Castignano (AP) e Acquasanta Terme (AP) sono intervenuti per gli accertamenti di rito su un incendio boschivo che si è sviluppato in località Scalelle del Comune di Roccafluvione (AP). Il rogo ha visti impegnati per le operazioni di spegnimento squadre di Vigili del Fuoco con mezzi antincendio di terra e un mezzo aereo ad ala fissa (Canadair). I Carabinieri Forestali, giunti tempestivamente sul posto, hanno ispezionato il perimetro dell’incendio ancora in atto e con le fiamme attive e grazie all’applicazione della procedura operativa di tecnica investigativa definita “Metodo delle Evidenze Fisiche” (M.E.F.) sono riusciti ad individuare il punto d’innesco del rogo e conseguentemente risalire al presunto responsabile dell’incendio, che è stato individuato in un tartuficoltore della zona, intento nei lavori di ripulitura della propria tartufaia. Il Metodo delle Evidenze Fisiche è una metodologia d’indagine tecnico-scientifica che studia le “tracce” ed i “segni” lasciati dal passaggio del fuoco sulle piante e sul terreno percorso dall’incendio. È stato accertato che l’evento ha avuto origine dall’abbruciamento di alcuni cumuli di residui vegetali provenienti dalla ripulitura della tartufaia e si successivamente propagato alla zona boscata confinante, interessando una superficie di circa 3 ettari, senza fortunatamente causare danni gravi e permanenti alle piante arboree. Il presunto autore dell’episodio è stato deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria competente (Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Piceno) per il reato di incendio boschivo cagionato per colpa, punito dall’articolo .423/bis del Codice Penale, che in caso di condanna prevede la pena della reclusione da uno a cinque anni.

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