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ASCOLI - Con la discarica dell’Alto Bretta messa fuori dai giochi dal parere interpretativo della Regione Marche che non lascia formalmente nessun margine di movimento e che blinda anche l’utilizzo di Relluce per lo smaltimento, essendo vicina all’impianto di trattamento, la pianificazione della gestione dei rifiuti per i prossimi anni nel Piceno si muove tra una potenziale riduzione dei quantitativi da smaltire, accennata dal presidente della Provincia Sergio Loggi, e l’ipotesi del potenziamento del polo di Relluce con un biodigestore.
Un’ipotesi che prevede, come proposto dal sindaco di Ascoli Marco Fioravanti nell’ultima seduta consiliare, anche un possibile ingresso dell’Ata come socio del nuovo impianto, per garantire eventuali ritorni economici anche agli altri Comuni dell’ambito. Comuni che, tra l’altro, nel frattempo sono coinvolti tutti nella progettazione per ottenere i fondi Pnrr, indirizzata ad una meccanizzazione della raccolta con isole ecologiche intelligenti e a tariffe agevolate per chi differenzia di più. Certo è che, rispetto a qualche mese fa, il quadro generale appare più chiaro e ora l’assemblea dell’Ata sarà chiamata, appena possibile, ad assumere una decisione definitiva su questo atteso Piano d’ambito.
A delimitare il percorso che dovrà portare l’Ata rifiuti ad approvare il Piano d’ambito definitivo, ci sono le osservazioni interpretative della Regione Marche.
E quel «necessariamente» sta a significare che in caso di inserimento di quella vasca zero il Piano sarebbe bocciato dalla Regione. Poi c’è anche il passaggio in cui si legge che «l’esclusione fin d’ora dell’impianto di Relluce dalle opzioni di destinazione a smaltimento del rifiuto urbano residuo alla raccolta differenziata costituisce condizione pregiudiziale per un esito positivo della verifica di conformità al Piano regionale». E si afferma contestualmente che «assumeranno carattere di strategicità gli impianti di discarica posti nelle adiacenze degli impianti di pretrattamento dei rifiuti indifferenziati; tali discariche dovranno prioritariamente garantire lo smaltimento dei residui dei trattamenti». Una strada ineludibile, dunque, quella di Relluce. E su questo aspetto si aggancerà il ragionamento del biodigestore con eventuale ingresso dell’Ata come socio.
Diversi sono stati gli interventi sul tema rifiuti nel corso del recente consiglio comunale. Il capogruppo del partito democratico, Francesco Ameli, ha ribadito la necessità di «un dimezzamento della quantità di rifiuti da smaltire sul territorio» e, dopo aver espresso perplessità sulle osservazioni della Regione, ha auspicato «un unico ambito Marche sud con Fermo e Macerata». Micaela Girardi e Alessandro Filiaggi hanno sottolineato come «solo il Comune di Ascoli abbia messo a disposizione un’area per le necessità del territorio».
Massimo Tamburri ha invece evidenziato il «mancato coinvolgimento nel dibattito consiliare degli altri sindaci, necessario a capire meglio lo scenario», leggendo poi una nota critica del sindaco Mauro Bochicchio. Mentre Emidio Nardini ha chiesto chiarimenti sulla eventuale riduzione dei quantitativi di rifiuti da smaltire e sulla bonifica dell’ex Ipgi. Sul tema interviene anche Luigi Cava che ricorda quando «nel 2014 arrivò notizia dell’abbancamento di 30mila tonnellate di rifiuti solidi urbani nella discarica dell’Alto Bretta, giustificata come un’emergenza; presentammo come minoranza, nel Comune di Castignano, una mozione affinché venisse nominata una commissione speciale per fare luce. Ma fu bocciata».
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Corriere Adriatico