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SAN BENEDETTO «Come può accadere di farsi bocciare un progetto così importante? Le responsabilità sono state accertate? Ma soprattutto la vasca olimpionica è ancora una priorità per l’amministrazione?». Quesiti che si pongono le società natatorie Cogese e Pool che gestiscono gli spazi acqua della piscina comunale “Gregori”. Realtà che lanciano un grido di dolore dopo la bocciatura del progetto per la riqualificazione della vasca esterna che concorreva a un bando da 1 milione di euro.
L’attacco
«La bocciatura del progetto per la messa a norma della vasca esterna – affermano Cogese e Pool - presentato dall’attuale amministrazione con conseguente perdita di un milione di euro è l’ultimo fallimento che crea sconforto, tristezza e genera forte risentimento da parte di tutti coloro che hanno a cuore la piscina comunale di San Benedetto.
Fondi svaniti
Il Comune aveva partecipato al bando Pnrr che metteva a disposizione un milione per la vasca esterna, ma la bocciatura è stata senza appello. Da qui l’ira delle società che affermano: «La riapertura della piscina esterna è rimandata come minimo di altre due stagioni, di conseguenza gli atleti e le loro famiglie dovranno continuare a compiere ulteriori sacrifici con il rischio che il tessuto agonistico locale vada a ridimensionarsi. Anche gli utenti dei servizi di scuola nuoto ed acquagym costretti al chiuso nel periodo estivo sono penalizzati e non particolarmente motivati a frequentare le attività. All’attuale amministrazione non è stato chiesto un miracolo, né tantomeno di dotarsi di una bacchetta magica perché la situazione della piscina olimpionica non è una “calamità naturale” inaspettata ma qualcosa di cui tutti i candidati erano al corrente. Adesso siamo punto a capo ancora una volta. Noi crediamo che la politica, nel senso più elevato del termine, debba, per eccellenza, risolvere i problemi e per questo siamo stati e saremo ancora disponibili ad un confronto con l’amministrazione per trovare la soluzione più idonea affinché tutti i sambenedettesi, non solo noi, possano tornare in possesso di ciò che ci spetta di diritto».
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