Piscina, perso un milione di euro. I gestori sambenedettesi vogliono vederci chiaro

Piscina, perso un milione di euro. I gestori sambenedettesi vogliono vederci chiaro
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SAN BENEDETTO «Come può accadere di farsi bocciare un progetto così importante? Le responsabilità sono state accertate? Ma soprattutto la vasca olimpionica è ancora una priorità per l’amministrazione?». Quesiti che si pongono le società natatorie Cogese e Pool che gestiscono gli spazi acqua della piscina comunale “Gregori”. Realtà che lanciano un grido di dolore dopo la bocciatura del progetto per la riqualificazione della vasca esterna che concorreva a un bando da 1 milione di euro. 

 


L’attacco 

«La bocciatura del progetto per la messa a norma della vasca esterna – affermano Cogese e Pool - presentato dall’attuale amministrazione con conseguente perdita di un milione di euro è l’ultimo fallimento che crea sconforto, tristezza e genera forte risentimento da parte di tutti coloro che hanno a cuore la piscina comunale di San Benedetto. I ricordi delle estati con la piscina esterna meta fissa delle tante squadre di nuoto provenienti da tutta Italia per svolgere i loro collegiali, il tanto citato turismo sportivo, sono oramai un ricordo lontanissimo. Per diversi anni anche la nazionale svedese di nuoto aveva scelto la città di San Benedetto per i suoi collegiali estivi. Per non parlare di tutti i cittadini e i turisti appassionati di nuoto che da dieci anni non hanno la possibilità di farsi una nuotata nella piscina all’aperto. Lo sport come veicolo di inclusione sociale, di cui ci si riempie la bocca a destra e sinistra, in tutte le campagne elettorali e che resta, appunto, lettera morta». 

Fondi svaniti 

Il Comune aveva partecipato al bando Pnrr che metteva a disposizione un milione per la vasca esterna, ma la bocciatura è stata senza appello. Da qui l’ira delle società che affermano: «La riapertura della piscina esterna è rimandata come minimo di altre due stagioni, di conseguenza gli atleti e le loro famiglie dovranno continuare a compiere ulteriori sacrifici con il rischio che il tessuto agonistico locale vada a ridimensionarsi. Anche gli utenti dei servizi di scuola nuoto ed acquagym costretti al chiuso nel periodo estivo sono penalizzati e non particolarmente motivati a frequentare le attività. All’attuale amministrazione non è stato chiesto un miracolo, né tantomeno di dotarsi di una bacchetta magica perché la situazione della piscina olimpionica non è una “calamità naturale” inaspettata ma qualcosa di cui tutti i candidati erano al corrente. Adesso siamo punto a capo ancora una volta. Noi crediamo che la politica, nel senso più elevato del termine, debba, per eccellenza, risolvere i problemi e per questo siamo stati e saremo ancora disponibili ad un confronto con l’amministrazione per trovare la soluzione più idonea affinché tutti i sambenedettesi, non solo noi, possano tornare in possesso di ciò che ci spetta di diritto».

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Corriere Adriatico