Si perde in montagna: salta l’appuntamento e l’amico dà l’allarme. Trovato dopo alcune ore

Si perde in montagna: salta l’appuntamento e l’amico dà l’allarme. Trovato dopo alcune ore
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MONTEMONACO  - Lieto fine per due escursionisti provenienti da Foligno che mercoledì pomeriggio erano in cammino sul Monte Porche. Partiti da Fonte San Lorenzo, a Castelluccio, i due avevano programmato di percorrere un anello tra Palazzo Borghese e Cima Vallelunga passando per l’antico sentiero detto “del Ramatico Alto”. Proprio alla fine di questo, usciti a Cima Vallelunga, i due si accorgono di aver perso una giacca per cui decidono di separarsi e darsi appuntamento sotto al Monte Porche, sulla via del ritorno, uno completando il giro stabilito e l’altro tornando a ritroso sul sentiero appena fatto. 

 
Intorno alle 16 l’escursionista che aveva concluso l’anello non vede arrivare il compagno in cerca della giacca, dà quindi l’allarme alla centrale del 118. Vengono subito attivate le squadre del Soccorso alpino e speleologico della Stazione di Montefortino per un mancato rientro e viste le dimensioni dell’area, si aggiungono anche le squadre delle Stazioni di Macerata e Ascoli. Le ricerche proseguono anche con il supporto dell’elicottero dei vigili del fuoco proveniente da Pescara. Il disperso, nell’impossibilità di comunicare con l’amico a causa del telefono scarico, era ritornato alla macchina saltando l’appuntamento prefissato; solo intorno alle 18.40 è stato possibile rintracciarlo telefonicamente e sospendere le ricerche. 


I volontari del Soccorso alpino invitano tutti i fruitori della montagna ad un comportamento responsabile. «Anche piccole disattenzioni, non sempre intenzionali - spiegano - possono comportare preoccupazioni rilevanti nei nostri cari ed una esposizione al rischio in chi è chiamato a venirci a soccorrere. La macchina dei soccorsi è una realtà complessa, regolata da un delicato gioco di equilibri e sinergie tra le sue componenti che ha sulla comunità un alto impatto sia dal punto di vista finanziario quanto a volte, purtroppo, anche in vite umane».

 

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Corriere Adriatico