Minacciò di morte la giudice Filippello: tunisino arrestato al posto di blocco

Minacciò di morte la giudice Filippello: tunisino arrestato al posto di blocco
ASCOLI Minacciò di morte l'allora giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ascoli, Giuliana Filippello (ora al tribunale di Ancona) e nel corso...

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ASCOLI Minacciò di morte l'allora giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ascoli, Giuliana Filippello (ora al tribunale di Ancona) e nel corso dell'interrogatorio tirò fuori una lametta tanto che alcuni agenti della polizia penitenziaria dovettero far ricorso alle cure dei medici per curare le ferite riportate nel tentativo di bloccarlo. Ma per quei fatti, avvenuti nell'aprile del 2015, il trentaquattrenne tunisino Mohamed Ben Ali non era mai stato processato.

 

La fuga

Il tunisino, infatti, uscito dal carcere, aveva fatto perdere le tracce nel tentativo di tornare nel suo paese di origine. Per questo motivo, il processo in cui è imputato per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale davanti ai giudici del tribunale di L'Aquila, era stato sospeso. Poi l’attesa svolta. Durante un semplice controllo stradale in Sicilia, i carabinieri fermano un'auto e identificano tutti gli occupanti della vettura. Tra questi, c'è anche Ben Ali che quindi, una volta accertato che su di lui c'era un provvedimento in atto, è stato arrestato. Contestualmente, gli è stata notificata la copia della sentenza che stabiliva di non doversi procedere nei suoi confronti per «mancanza conoscenza del processo da parte dell'imputato» ma che nel caso in cui fosse stato rintracciato si sarebbe riaperto.

L’udienza

E così è stato: l'udienza è stata fissata per l’11 luglio (sarà difeso dall’avvocato Gramenzi). Tra il marzo e l'aprile del 2015, Ben Ali era rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto in esecuzione della misura cautelare emessa dall'allora gip Giuliana Filippello per l'omicidio preterintenzionale di Achille Mestichelli, suo compagno di cella. Parlando con un altro detenuto, supponendo di essere intercettato, minacciò di morte, violenza sessuale e di voler sfregiare la giudice. Poi, il giorno dell'interrogatorio, davanti al giudice, tirò fuori dalla bocca una lametta minacciando di tagliarsi e di ferire chiunque si fosse avvicinato a lui. Nel tentativo di immobilizzarlo, due guardie carcerarie si ferirono.

 

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Corriere Adriatico