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ARQUATA DEL TRONTO - Il silenzio è rotto dai cinquantadue rintocchi della campana. Nella notte di Pescara del Tronto di Arquata, alle ore 3.36, il ricordo si fa luce. Un gigantesco cuore rosso spezzato è posto in terra, tra le candele. Le maglie con i ritratti delle vittime del terremoto che ha squassato le Marche nel 2016 fanno da sfondo.
Sei anni dopo il terremoto nelle Marche: ricostruzione a metà e i borghi si svuotano
«Queste persone vivono accanto a noi, vivono in Dio. Il modo migliore per rendere giustizia a questo luogo è fare in modo che sia trasformato in un luogo di vita. Queste persone hanno vissuto qui, hanno gioito, hanno pianto. Venire qui è ritrovarsi in un paese devastato, raso al suolo. Vorremmo davvero che questo luogo risorgesse». Così il vescovo di Ascoli, Gianpiero Palmieri, presente alla commemorazione nella notte. «Ripensare a sei anni fa è dura. Ma dobbiamo sperare nel futuro, lo dobbiamo a chi ha perso la vita a causa di quei tragici eventi. La ricostruzione è partita, ma serve un forte segnale: ricostruire in sicurezza e il prima possibile. Dopo l'approvazione dei piani di recupero avremo la progettazione dei sotto servizi. Nelle frazioni non riperimetrate andiamo avanti con la ricostruzione ordinaria. A causa del superbonus 110 molte imprese hanno scelto Comuni più fortunati di noi. Ma con l'aumento del prezzario stiamo vedendo una ripartenza. Chiediamo di non avere ulteriori intoppi burocratici. A sei anni dal terremoto mi auguro di aver trovato la giusta via», afferma il sindaco Michele Franchi. Alla celebrazione presente anche l'assessore regionale Guido Castelli, il direttore Usr Marco Trovarelli e il suo predecessore Stefano Babini.
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Corriere Adriatico