Maltignano, via libera alla Procura Sigilli al distributore "13 e mezzo"

Il sostituto procuratore Cinzia Piccioni
MALTIGNANO - La Procura ha chiesto ed ottenuto il sequestro dello...

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MALTIGNANO - La Procura ha chiesto ed ottenuto il sequestro dello storico distributore di carburante “13 e mezzo” di Maltignano, lungo la strada provinciale Bonifica. Un provvedimento che è stato eseguito ieri mattina dopo che il Pm Cinzia Piccioni ha contestato nei mesi scorsi due reati contravvenzionali alla Golden Gas, titolare della stazione di servizio ma che ha avuto ripercussioni, inevitabilmente, anche sul gestore Donato Razzetti e sul personale che lavora nel rifornimento di carburanti. I reati contestati al legale rappresentante della Golden Gas sono due. Il primo è quello di non aver sistemato l’area su cui sorge il distributore, così come richiesto dall’amministrazione provinciale nel rispetto di alcune norme ambientali. Il secondo, invece, riguarda il mancato rilascio del terreno demaniale. Nei mesi scorsi era stata la stessa società proprietaria della stazione di servizio ad impugnare il provvedimento al Tar chiedendo la sospensiva che però non è stata concessa. E così, ieri mattina, su disposizione del giudice per le indagini preliminari sono stati apposti i sigilli alla storica attività commerciale. Ma a subirne le conseguenze maggiori sono stati al momento il gestore e il personale. Nei prossimi giorni gli avvocati della Golden Gas presenteranno un ricorso al Riesame del provvedimento emesso dal Gip. La stessa cosa farà anche l’avvocato Antonio Talamonti per conto del gestore Donato Razzetti. Nel frattempo però, la storica stazione di servizio che da sempre rappresenta un punto di riferimento per il traffico che quotidianamente transita lungo la strada provinciale Bonifica per raggiungere la zona industriale, rimarrà chiusa. Duro anche lo sfogo del gestore che sui social ha manifestato tutta la propria contrarietà verso un provvedimento ritenuto ingiusto. Ha voluto sottolineare, soprattutto, che a far indignare maggiormente è soprattutto il fatto di far chiudere un impianto di distribuzione di carburanti come tanti altri ce ne sono lungo le strade italiane, che in questo caso significa mettere in difficoltà tre famiglie.
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Corriere Adriatico