Luciani Castiglia, da candidato sindaco di Ascoli con il Pd a Forza Italia. Anche altri ex Dem come Origlia e Angelini passano con Fioravanti

Il consigliere comunale Giancarlo Luciani Castiglia
ASCOLI Voltagabbana o fuga da un partito con poche idee ma ben confuse? Sembrava che i casi di Monica Acciarri (un passato politico iniziato con il Partito comunista) e di Michela...

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ASCOLI Voltagabbana o fuga da un partito con poche idee ma ben confuse? Sembrava che i casi di Monica Acciarri (un passato politico iniziato con il Partito comunista) e di Michela Girardi (ex componente della direzione regionale del Pd), candidatesi nel 2019 in liste civiche in appoggio al candidato sindaco Marco Fioravanti, di Fratelli d’Italia, fosse un’eccezione.

La storia si ripete

E invece, a distanza di cinque anni, altri esponenti politici del Partito democratico passano dall’altra parte. Giancarlo Luciani Castiglia, candidato sindaco del Pd nel 2014 quando sfidò Guido Castelli , dopo essersi allontanato, ha maturato la scelta di candidarsi nella lista di Forza Italia. Maria Stella Origlia, che ha ricoperto incarichi nel Pd per poi diventare responsabile provinciale di Italia Viva, si candida con la lista civica Forza Ascoli pro Fioravanti. Anche Anastasia Angelini ha scelto di passare nel centrodestra. Per loro il Partito democratico è alla deriva, per i Democrat sono solo degli opportunisti che vogliono salire sul carro del vincitore. Se negli altri comuni della Vallata del Tronto il Pd sta facendo quadrato, anche grazie al lavoro diplomatico sotterraneo del segretario di federazione, Francesco Ameli, acque agitate invece a Castel di Lama, dove la base del circolo chiede al commissario Vincenzo Camela la convocazione del congresso. Quest’ultimo rispondendo stizzito agli iscritti aveva annunciato che il congresso si sarebbe tenuto il 19 aprile e che i ritardi erano legati solo alla mancata osservazione del regolamento interno da parte di qualcuno ma ora anche questa data slitterà.

La denuncia lamense

«Tutto è stato sconfessato, data e regolamento non saranno più quelli indicati e fatti approvare dal commissario, che disattendendo ogni volontà democraticamente espressa, annuncia un congresso per maggio, con un altro Regolamento» denuncia la base del circolo Pd lamense. «Ma quello che più rende stucchevole la vicenda, è che tutti quelli che vorranno votare al congresso indicato dal commissario, dovranno sottoscrivere nuovamente la tessera. Infatti, l’anagrafe degli iscritti del 2023, che, dopo estenuanti passaggi formali, era stata approvata, non è più valida. Chi vorrà votare, dovrà seguire il procedimento del rinnovo, entro il 30 Aprile». Per gli iscritti al circolo il percorso, tuttavia, non è dei più chiari, anzi sembrerebbe profilarsi una vera e propria impraticabilità dello stesso, in quanto le tessere in formato cartaceo non parrebbero disponibili, perché introvabili, mentre per quelle eventualmente da perfezionare on line, stando soprattutto alle esperienze passate, il rilascio delle ricevute della iscrizione risulterebbe piuttosto lungo, incompatibile con i tempi del congresso voluto da Camela. «Oramai, si procede a vista, senza certezze e senza consapevolezza di quello che dovrà essere fatto, tutto appare, infatti, manifestamente poco chiaro e al contempo di dubbia percorribilità. A questo punto, altro non c’è che chiedersi se il commissario debba essere destituito».

 

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Corriere Adriatico