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ASCOLI Voltagabbana o fuga da un partito con poche idee ma ben confuse? Sembrava che i casi di Monica Acciarri (un passato politico iniziato con il Partito comunista) e di Michela Girardi (ex componente della direzione regionale del Pd), candidatesi nel 2019 in liste civiche in appoggio al candidato sindaco Marco Fioravanti, di Fratelli d’Italia, fosse un’eccezione.
La storia si ripete
E invece, a distanza di cinque anni, altri esponenti politici del Partito democratico passano dall’altra parte. Giancarlo Luciani Castiglia, candidato sindaco del Pd nel 2014 quando sfidò Guido Castelli , dopo essersi allontanato, ha maturato la scelta di candidarsi nella lista di Forza Italia.
La denuncia lamense
«Tutto è stato sconfessato, data e regolamento non saranno più quelli indicati e fatti approvare dal commissario, che disattendendo ogni volontà democraticamente espressa, annuncia un congresso per maggio, con un altro Regolamento» denuncia la base del circolo Pd lamense. «Ma quello che più rende stucchevole la vicenda, è che tutti quelli che vorranno votare al congresso indicato dal commissario, dovranno sottoscrivere nuovamente la tessera. Infatti, l’anagrafe degli iscritti del 2023, che, dopo estenuanti passaggi formali, era stata approvata, non è più valida. Chi vorrà votare, dovrà seguire il procedimento del rinnovo, entro il 30 Aprile». Per gli iscritti al circolo il percorso, tuttavia, non è dei più chiari, anzi sembrerebbe profilarsi una vera e propria impraticabilità dello stesso, in quanto le tessere in formato cartaceo non parrebbero disponibili, perché introvabili, mentre per quelle eventualmente da perfezionare on line, stando soprattutto alle esperienze passate, il rilascio delle ricevute della iscrizione risulterebbe piuttosto lungo, incompatibile con i tempi del congresso voluto da Camela. «Oramai, si procede a vista, senza certezze e senza consapevolezza di quello che dovrà essere fatto, tutto appare, infatti, manifestamente poco chiaro e al contempo di dubbia percorribilità. A questo punto, altro non c’è che chiedersi se il commissario debba essere destituito».
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Corriere Adriatico