Una start up per riprodurre tessuti umani: l'ha fondata l'ingegnere ascolano Massimo Alberti a Singapore

L’ingegnere ascolano Alberti nuovo genio della cosmetica
ASCOLI Nel mondo brilla il nome di un ascolano: Massimo Alberti riceve il premio “L’innovazione che parla italiano” quale riconoscimento dell’alto valore...

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ASCOLI Nel mondo brilla il nome di un ascolano: Massimo Alberti riceve il premio “L’innovazione che parla italiano” quale riconoscimento dell’alto valore innovativo di startup tecnologiche che operano all’estero e fondate da cittadini italiani. Alberti è fondatore e ceo di Revivo BioSystems, azienda di Singapore specializzata nella combinazione di microfluidica, ingegneria dei tessuti e proteomica per creare dispositivi che riproducono tessuti umani in laboratorio. 

La finalità

L'obiettivo è prestigioso: restringere il campo alla sperimentazione animale utilizzando come laboratorio colture di cellule alimentate da un sistema che simula il flusso sanguigno. Il lavoro innovativo si fonda sulla ricostruzione di modelli in vitro più realistici, che possano essere usati per fare test in laboratorio di prodotti cosmetici, nutraceutici e farmaceutici, prima dell'immissione sul mercato, a livello di studi preclinici. L'onorificenza arriva nel corso della Conferenza nazionale degli addetti scientifici e spaziali e degli esperti agricoli a Torino, alla presenza dei ministri Anna Maria Bernini e Antonio Tajani. Ad abbracciarlo ci sono anche la mamma, il fratello e l'amico di una vita venuti da Ascoli.

Il commento

«È un grande orgoglio. L'emozione è ancora più forte perché questo premio viene dall'Italia» spiega. Classe 1981, nato ad Ascoli, Massimo Alberti sente forte il legame con la sua terra. «Porto sempre Ascoli con me. E racconto sempre a tutti la bellezza della mia città» afferma. Cresciuto in via delle Zeppelle, Massimo è bianconero dalla nascita. «La mia casa era in “via del calcio spettacolo”, tifo per il Picchio. Ma amo molti sport: da piccolo sono stato giocatore di pallamano, oggi mi dedico all'ironman e triathlon». Ad Ascoli le sue origini, i suoi ricordi, le elementari a Borgo Chiaro, le Medie alla Cantalamessa, le superiori al liceo classico Stabili. Poi Massimo molla gli ormeggi: laurea in Ingegneria biomedica al Politecnico di Milano, Dottorato in Danimarca in Micro e nanotecnologie e infine l'approdo a Singapore, nel 2014.

Il segreto

«Non vengo da una famiglia di medici. I miei erano lavoratori con ben chiara l'importanza dell'istruzione - racconta. - Il segreto? Lavoro, sacrificio. E coraggio. Come quello di lasciare Ascoli e andare lontano». Oggi il presente descrive il grande e meritato successo per un genio ascolano, cittadino del mondo. Domani? «Stiamo cercando nuovi finanziamenti per espanderci anche fuori da Singapore. L'obiettivo è aprire filiali in Europa e magari anche in Italia» sostiene. E un giorno farà ritorno a casa, ad Ascoli: «Quando il mio lavoro sarà finito tornerò. Lì c'è il mio cuore».

 

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Corriere Adriatico