Si è spento Mario Petrelli, il sindaco: «Lo ricorderemo in pubblico con una lettura delle sue opere»

Si è spento Mario Petrelli, il sindaco: «Lo ricorderemo in pubblico con una lettura delle sue opere»
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GROTTAMMARE  - Un’importante pagina della storia cittadina di Grottammare se ne va con la scomparsa di Mario Petrelli. Classe 1933, poeta dialettale, grande studioso di Sisto V, Petrelli svolgeva la sua appassionata attività di animatore delle tradizioni e della cultura locale soprattutto nelle scuole di ogni ordine e grado. Nella notte tra domenica e lunedì lascia la sua amata città, nell’anno del V centenario della nascita del Papa grottammarese.

 


Il funerale si tiene oggi alle 11 nella chiesa di San Pio V. «Appena ricevuta la notizia della morte di Mario ho cercato di radunare i pensieri – dice il sindaco Enrico Piergallini -. Ho ritrovato Mario come organizzatore, promotore o collaboratore all’origine di tutti gli eventi simbolici per Grottammare: gli anniversari della Banda e della sua amata Corale, le edizioni della Sacra, le celebrazioni per il 150^ dell’Unità d’Italia e l’ottenimento del titolo di Città, l’ideazione della piazza di San Pio, sul modello della cappella in Santa Maria Maggiore, dov’è sepolto Sisto V. Ma è impresa impossibile ricordare le centinaia di occasioni in cui ha contribuito alla sopravvivenza del dialetto e alla costruzione di un’identità culturale grottammarese nei decenni del suo infaticabile impegno. Sarebbe contento Mario se lo ricordassimo con una lettura pubblica delle sue opere, corale, con le voci di amici e conoscenti. Presto l’amministrazione inizierà ad organizzarla, chiamando a raccolta chi vorrà partecipare». 


Petrelli, che da giovane ha militato nella “Robur”, già presidente dell’ente Ospedale Madonna degli Angeli «ha contributo al risanamento morale di esso» fanno sapere dall’associazione Lido degli Aranci alla quale era molto legato. « Grande poeta dialettale e vincitore di premi, ultimo dei quali “Legrotte’s Talent”, scrittore di numerosi libri sulla sua amata cittadina. Una persona sincera e leale e proprio questo suo carattere schietto, lo portava a non accettare compromessi soprattutto sulla sua “Llegrotte”, come amava definirla lui».

 

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Corriere Adriatico